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Business Online: da dove iniziare? Cosa devi sapere prima di partire con un business online nel 2020

Tutorial series 1

Business Online: da dove iniziare?

Cosa devi sapere prima di partire con un business online nel 2020

Come si avvia un Business Online? 
Da dove devo partire? 

Sono alcune fra le domande che mi vengono fatte tutti i giorni dai miei studenti. 

Nella maggior parte dei casi le persone danno priorità: 

 

  1. alla scelta della nicchia
  2. al canale social più efficace del 2020 (linkedin, facebook, ecc…)
  3. alla tipologia del contenuto
  4. alla qualità del contenuto (attrezzatura, ecc…) 
 

In realtà non è niente di tutto questo. O almeno lo è in parte. 

È infatti fondamentale partire da tre semplici ma estremamente importanti domande

  1. Perché
  2. Come
  3. Cosa 
 

Queste domande sono alla base di tutto. 

Non puoi ricavare un COME se non conosci un PERCHÈ e di conseguenza non puoi ricavare un COSA se non conosci un COME. 

In questo video analizzo in maniera molto dettagliata, il motivo per la quale è fondamentale porsi queste domande per avviare il proprio business online nel 2020. 

Se questo video ti è piaciuto o se hai qualche dubbio, non dimenticarti di lasciare un commento in modo che possa risponderti direttamente. 

Ci vediamo nei prossimi video.

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Creatività: il nuovo fronte del lavoro

È il momento giusto per agenzie pubblicitarie e marchi di ripensare la creatività aziendale come parte significativa dei nuovi modelli di business, che permette non solo di sopravvivere ma anche di prosperare. Siamo tutti d’accordo: non c’è trasformazione aziendale se non trasformiamo noi stessi, portando l’estro dal reparto creativo a ogni parte dell’organizzazione.

Affinché le agenzie pubblicitarie e i marchi crescano e prosperino, dobbiamo aumentare le competenze dei dipendenti per ridurre la carenza di talenti ed è di fondamentale importante aumentare le proprie conoscenze, ovvero quelle di cui la generazione attuale e futura di manager e leader avranno bisogno in un’agenzia e in un mondo trasformati. Immagina quanto sarebbe d’impatto avere manager che sviluppano la propria organizzazione (agenzia pubblicitaria, marchio o startup) oltre che se stessi.

💮 multifenato

Un “multihyphenate” ha molteplici interessi e competenze, segue la propria curiosità e si oppone all’essere definito da un’etichetta. Sono incredibilmente adattabili, godono della diversità, si spostano tra i progetti, sono costantemente alla ricerca di nuove idee e tendenze e si lasciano guidare dalla loro creatività.
Credo che costituiscano una risorsa enorme sul posto di lavoro, soprattutto perché il mondo del lavoro si sta evolvendo a un ritmo incredibilmente rapido. Se il futuro del lavoro prevede meno ruoli a tempo pieno e più lavori a  progetto, allora la flessibilità dovrà essere un diritto per tutti i dipendenti e non un vantaggio speciale per pochi.

💮 Pensiero integrativo

Il pensiero integrativo può aiutarci a espandere la frontiera delle possibilità, si tratta di un approccio alla risoluzione dei problemi che utilizza idee opposte come base per l’innovazione. Si basa sulla capacità di contenere una serie di dati e modelli diversi e opposti nella tua mente ed essere in grado di sfruttare le tensioni, la dissonanza cognitiva, che crea per stimolare soluzioni innovative.

💮 Gestione multigenerazionale

Comprendere le differenze generazionali può aiutarti a diventare un manager, un leader e un consulente migliore e migliorare sia le relazioni con il cliente sia quelle sul posto di lavoro. Nel tuo business le caratteristiche generazionali hanno una grande applicabilità perché una delle differenze chiave è il modo in cui le persone vedono denaro, relazioni e comunicazione interpersonale: apprezza  il ​​fatto che vediamo le cose in modo diverso e assicurati di dare a tutti questi punti di vista spazio nella tua organizzazione, rendendo legittimo per le persone vedere ed elaborare le cose in diversi modi. 

💮 Sviluppo personale

Gli obiettivi di apprendimento si sono evoluti, non si tratta più solo di conoscenza e accesso: le competenze sono la nuova valuta, ma le abilità stanno decadendo sempre più velocemente, l’emivita di un’abilità, infatti, si è contratta circa di cinque volte nel corso di pochi decenni. Questo è il motivo per cui l’apprendimento permanente è importante e ora la democratizzazione dell’apprendimento fornisce l’accesso digitale ai contenuti . Inoltre, è importante essere consapevoli del fatto che non possiamo imparare le soft skills semplicemente guardando video e rispondendo a quiz; invece, è tempo di andare oltre quegli approcci tradizionali verso un nuovo apprendimento progettato non solo per fornire contenuti, ma anche per catalizzare le persone a pensare in modo critico e collaborare per sviluppare le 10 migliori competenze identificate nel Rapporto sul futuro dei lavori del Forum economico mondiale .

💮 Potenza dei moltiplicatori

Quando si tratta di gestire il tuo personale, sei un moltiplicatore? Lo sei se usi la tua intelligenza per amplificare le conoscenze e le capacità delle persone che ti circondano. Il mondo ha bisogno di più persone così, soprattutto ora, quando ci si aspetta che i leader facciano di più con meno, guidino in modo inclusivo e usino l’intelligenza collettiva del team per innovare e adattarsi in un ambiente aziendale in rapido cambiamento.

💮 Abilitatori di curiosità

Il compito del manager è di attivare la curiosità degli individui: se vuoi ispirare più creatività e innovazione nel tuo team, devi aiutarlo ad interessarsi. Il processo di ricerca del nostro cervello crea l’impulso naturale di esplorare, apprendere ed estrarre significato dal nostro mondo. Quando seguiamo i suoi impulsi, rilascia dopamina, che ci fa sentire più motivati ​​e vivi. Rendi la tua organizzazione progettata per trarne vantaggio.

💮 Leadership adattiva

La leadership adattiva è la scintilla che farà avanzare sia te sia la tua organizzazione: devi abbracciare la sperimentazione, la creatività , l’ambiguità, i valori profondi, la resilienza e le sfide personali e organizzative.

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Il mondo è in continua evoluzione: ma voi state cambiando insieme a lui?

Nell’ultimo periodo in rete è possibile visionare un video il quale mostra ogni cambiamento avvenuto negli ultimi dieci anni, soprattutto per quanto riguarda brand che da tutti venivano considerati in un certo senso “indistruttibili”.

Parliamo ad esempio di Mc Donald’s, Disney, Apple, Mercedes Benz, BMW, Google, Microsoft, Coca Cola e molti altri ancora.

Si tratta di marchi che, con il passare del tempo, hanno visto “cadere” le proprie performance sul mercato, e questo non perché siano sulla soglia del fallimento ma semplicemente perché la ricchezza è stata ridistribuita nei confronti degli altri brand.

A dominare inesorabilmente la classifica, in questi video, vi è l’azienda creata da Steve Jobs ovvero la Apple, anche se quest’ultima ha vissuto nell’ultimo periodo un momento di crisi non indifferente.

In un giorno solo, infatti, essa ha perduto l’intero valore di Facebook in quote azionarie, per via dei dazi alla Cina imposti da Donald Trump che con la sua decisione ha abbattuto i mercati cinesi.

Non per nulla l’I-Phone in Cina costa molto di più, rispetto al costo che lo caratterizzava in precedenza.

Neanche i grandi si salvano

Anche i colossi quindi incassano colpi duri: l’esempio lampante è dato come dicevamo, dalla Apple, che ha capitalizzato circa mille miliardi di dollari in valore di capitalizzazioni azionarie ovvero una cifra che risulta difficile da pensare e da quantificare.

Il grafico che figura in questo video è importante perché è proprio lì che si evidenza, inequivocabilmente, la particolarità dell’era in cui stiamo vivendo che non c’è mai stata in precedenza.

Si tratta di un periodo che l’umanità non ha mai cercato di affrontare, poiché il cambiamento avviene ad una velocità tale da non avere il tempo di realizzare realmente quello che accade.

Ad esempio, parte delle aziende che nel 1980 erano considerate dei “colossi”, oggi non esistono nemmeno più.

La tendenza futura sarà questa: è possibile che un’azienda nuova riesca a fatturare molto denaro, in un arco di tempo abbastanza breve, per poi arrestare la propria ascesa al successo e scomparire nel nulla.

Dalle stelle alle stalle

Un esempio lampante è costituito dal caso “Groupon”, ovvero uno dei gruppi che storicamente ha ottenuto un fatturato molto alto nel minor tempo possibile, per poi subire altrettanto velocemente un drastico declino.

Ormai viviamo in un mondo frenetico, soggetto all’andamento delle mode nonché a quello che viene deciso e mostrato dai media.

Ad esempio, una gran parte della popolazione dice di non essere attratta dai social, e di non utilizzarli, ma in realtà i social non sono solo Facebook ed Instagram, ma possono essere considerati social, ad esempio, anche Whatsapp e l’intero Internet in generale.

In quest’ultimo caso l’interazione non avviene con gli utenti, ma direttamente con i brand e con le aziende poiché questi ultimi mettono la pubblicità ovunque in rete.

Possiamo dire che, dato l’andamento generale, per un eventuale futuro non si esclude nulla.

Il mondo cambia, ma non del tutto …

In un mondo in continua evoluzione, c’è una cosa che non subisce alcuna tipologia di cambiamento ed è la mentalità delle persone soprattutto in Italia.

Si tratta di una mentalità antica e troppo legata alle tradizioni, ai principi ed alle convinzioni date dal sistema di credenze che esse hanno costruito, vivendo all’interno di un determinato nucleo familiare ed in conseguenza di una determinata società, oppure effettuando un determinato percorso di studi.

Ciò però non vuol dire che tali credenze siano obiettive e condivise da tutti e, in questo senso, possiamo fare riferimento al mondo dell’imprenditoria.

Esso presenta un sistema di principi e credenze radicato a partire dagli anni ’50, e da allora è rimasto tale poiché in Italia in questo settore non è importante l’età dell’imprenditore ma, quello che si può evidenziare, e come il successo di un’impresa dipenda anche dalla mentalità di quest’ultimo.

L’innovazione che manca

Nel nostro paese esistono ancora aziende legate al concetto dell’imprenditore “padrone, aziende in cui i dipendenti sono posti su un altro piano rispetto ai dirigenti (non per abilità ma, nella maggior parte dei casi, per anzianità) e così via dicendo.

Esistono aziende che attuano il team building però poi, anche solo arrivare in ritardo, costituisce motivo di rimprovero o comunque di “punizione”.

Tutti elementi che dimostrano la mentalità retrograda che caratterizza l’imprenditoria attualmente, e soprattutto in territorio italiano.

La differenza oggi non la fa né il prodotto né il servizio offerto ma, bensì, la modalità che si utilizza per venderli ad una potenziale clientela.

A contribuire al successo dell’azienda, vi è la tenacia e la determinazione dell’imprenditore, insieme alla modestia.

In particolare, è proprio quest’ultimo elemento che non deve assolutamente mancare: in Italia è la mancanza di modestia che “ammazza” l’imprenditoria.

Infine …

C’è anche da dire un’altra cosa e cioè che le persone oggi hanno paura di “buttarsi”: pensano ad esempio che mettersi in proprio, sia un rischio, sono spaventate dall’idea che un giorno i robot possano sostituire il nostro valore in ambito lavorativo.

La cosa che non capiscono però è che i robot non sono il problema ma bensì la soluzione, in quanto essi vengono chiamati in causa per sostituire tutti quei lavori che oggi non servono più.

Inoltre, c’è un motivo se Amazon fa chiudere i negozi fisici: questi ultimi non equiparano la qualità del servizio, al prezzo di mercato ovvero un problema che non riguarda minimamente il colosso mondiale.

Se Amazon stabilisce una data di consegna, si può star sicuri che il prodotto arriverà nella suddetta data ed in virtù di ciò le aziende dovrebbero imparare a “fare relazione” con il potenziale cliente.

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Cambiare mentalità, superando i limiti, per maggiori risultati

Anche se ci troviamo in un mondo tecnologicamente e scientificamente avanzato, purtroppo, la mentalità delle persone, soprattutto in Italia, è abbastanza retrograda: la gente è decisamente legata alle tradizioni, ai principi ed alle attività di una volta e la situazione non sembra voler cambiare.

Questa situazione si riflette anche nel mondo dell’imprenditoria, dove non si cerca di migliorare i propri risultati.

Ad esempio, quando un atleta arriva secondo alle Olimpiadi, una volta tornato a casa, lavora per conquistare il primo posto ai prossimi giochi olimpici, com’è giusto che sia.

Questo, agli imprenditori non accade, i quali continuano a commettere continuamente sempre gli stessi errori.

Non si impegnano infatti nell’analizzare eventuali problemi, oppure nel misurare le vittorie e soprattutto non si interrogano su cosa stiano sbagliando e su ciò che invece è necessario correggere.

Questo cosa comporta ?

In queste condizioni non è assolutamente concepibile portare avanti una società, è possibile effettuare tutte le operazioni di marketing necessarie ma il risultato sarà sempre pessimo.

Bisogna saper misurare il proprio risultato, ed occorre inoltre “allenarsi” per migliorare le cose qualora andassero male.

Al giorno d’oggi serve essere dei fuori classe: l’obiettivo è quello di battere ogni record, e pensare che nulla sia del tutto impossibile se lo si vuole.

Basti pensare alla ginnasta Nadia Comaneci, la quale è stata la prima donna al mondo ad aver ottenuto un dieci ad una sua performance di ginnastica.

Naturalmente per ottenere questi risultati, avrà passato molto tempo ad allenarsi, ed è questo che gli imprenditori devono fare: seguire l’esempio.

Come prendere esempio

L’essere umano è una macchina stupenda ma, nella maggior parte dei casi, si pone troppi limiti. Ma la cosa bella, e vera, è che nessuno di noi ha dei limiti: chiunque può essere come questa brillante ginnasta, tutti possono essere ciò che vogliono.

Al giorno d’oggi con le possibilità disponibili, insieme all’enorme accesso alla cultura di cui possiamo vantare, la disponibilità e la facilità con cui avvengono le comunicazioni anche se ci si trova alle due estremità della terra: è impossibile porsi dei limiti.

Grazie alla tecnologia è consentito essere chi si vuole, quando lo si vuole e come lo si vuole e se non lo si diventa è perché ci si pone dei limiti.

Nel caso in cui questi limiti non ci fossero, oppure se non ci si ponesse assolutamente il problema, i possibili risultati potrebbero essere straordinari.

Cosa significa essere imprenditori ?

Oggi si pensa che essere imprenditori di successo significhi solamente avere avuto tanta fortuna nel mercato in cui si operi, che dipenda da fattori che non devono essere presi neanche in considerazione.

La realtà dei fatti è che i limiti sono solo nella mente dell’uomo: chiunque desideri diventare qualcuno con l’impegno, e la dedizione, ci riuscirà prima o poi ma magari non subito.

La cosa importante è porsi degli obiettivi piccoli ogni settimana, mettercela tutta, credere nelle proprie forze, avere tenacia, costanza e perseveranza.

Si tratta di una sorta di “mappa mentale”, ed ognuno di questi piccoli obiettivi è un passo verso quello finale.

Quali sono i limiti imprenditoriali ?

Nel nostro paese stiamo vivendo un momento che possiamo definire “stallo formativo”, poiché gli imprenditori e le persone in generale che vogliono uscire dalla routine ed innovarsi, decidono di puntare sulla formazione.

Il problema è che in Italia la formazione non è controllata e, nella maggior parte dei casi, ci si imbatte in corsi inutili e che “deviano” rispetto all’obiettivo finale.      

La maggior parte di questi ultimi mettono in testa concetti sbagliati, valori ed eticità scorrette, che servono solo a farsi delle inutili illusioni. I corsi che si trovano oggi sul mercato, purtroppo, sono così.

Il segreto del successo inoltre è dato anche da ciò che viene appreso, e quindi dalla formazione.      

A volte però è meglio acquisire informazioni, e quindi imparare dai libri e questo perché una lettura rimane molto più impressa rispetto ai corsi impartiti dal vivo.

Quali sono i limiti di questi eventi ?

Il problema degli eventi formativi è che la maggior parte dei partecipanti si interessa durante la partecipazione all’evento, una volta finita la formazione frontale, non mette in pratica nessuno degli insegnamenti appresi durante il corso di formazione.

Una lettura quindi rimane e se ne può fare uso a lungo termine, al contrario del corso di formazione che una volta terminato non serve a nulla se non si mette in pratica quello che si è imparato.

Oggi le persone che tengono la maggior parte dei corsi sono, semplicemente, delle persone che hanno letto dei libri e vogliono trasferire ad altri, lucrando, le competenze acquisite attraverso essi.

Naturalmente il discorso è diverso se si parla di parla di insegnanti i quali sono specializzati, competenti nel loro ambito ma soprattutto hanno applicato le proprie conoscenze ed è giusto attingere dalla loro conoscenza.

Qualora il relatore del corso appartenga alla prima categoria di “professionisti”, è facile capire come un libro lo si possa leggere da sé senza quindi aver bisogno di partecipare ad un corso.

Molto spesso questa sorta di relatori traducono dall’inglese ciò che professionisti stranieri elargiscono nei loro libri, oppure durante corsi di formazione, ed il corso in questione viene pagato solamente per ascoltare la buona traduzione di un contenuto valido.

Bisogna stare attenti al “come si decide di cambiare”: in qualsiasi ambito si operi, per avere risultati, occorre porsi dei semplici e piccoli obiettivi periodici.

Portarli a termine significa anzitutto determinare quanto una persona sia costante e determinata, e poi essere in grado di pianificare e portare a termine obiettivi più difficili.

L’onestà con sé stessi e la modestia sono fondamentali, nessuno deve dimostrare nulla agli altri.

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Abitudini di gestione del tempo

L’avvento della tecnologia ci ha reso succubi, ma soprattutto incapaci di gestire il tempo libero.

Quante volte ci sarà capitato di dover aspettare il ripristino della corrente per utilizzare il nostro dispositivo elettronico, senza sapere cosa fare, domandandosi “Ma prima di Internet che cosa facevo esattamente?”.

Beh, è proprio questo il problema che affligge la società odierna la quale è sempre più investita da social, informazioni e tecnologia.

Tutto ciò ci ha reso assolutamente deboli, controllati dai cellulari e dai computer proprio perché, per tutto il giorno, la nostra mente è lì china su questi strumenti.

Ogni giorno, per un numero indefinito di ore, ci vengono infatti propinate informazioni di ogni tipo e genere.

Ciò che cosa comporta ?

In tal modo non si fa che esaurire, totalmente, le proprie energie mentali e tutto ciò ci porta ad essere annoiati e stressati.

Il segreto per uscire da questa situazione, non proprio piacevole, sarebbe però gestire al meglio le proprie giornate, ed il proprio tempo, concentrandosi maggiormente su quello che si fa. Ci vorrebbe inoltre una sorta di disintossicazione dalla tecnologia, dai social e da ogni fonte di distrazione focalizzando la propria attenzione sull’attività che si intende portare avanti.

Possiamo affermare che oggi come oggi non ci sono lavori realmente stancanti, a meno che non si compiano lavori di manovalanza o artigianali, ma tutto dipende da come si ottimizza e si organizza il proprio tempo e le proprie giornate.

Ognuno di noi, inavvertitamente, si pone in una situazione di stress di cui avverte il peso ogni giorno, già da quando accende il telefono, bombardando la propria testa di informazioni e news in generale che a volte sono proprio inutili.

Basti pensare che il 90% delle persone la prima cosa che fa appena si sveglia è controllare le notifiche del cellulare, oppure la sera prima di andare a dormire molti si concentrano sulla bacheca di Facebook ed Instagram.

L’impatto è solo sul tempo ?

Tutto ciò si ripercuote inevitabilmente non solo sull’attenzione, ma anche sul riposo in quanto la mattina ci si sveglia già stanchi.

Inutile dire che si tratta di due comportamenti assolutamente sbagliati, a cui occorre porre rimedio assolutamente. In effetti bisogna dire che alla semplice domanda “Come stai?” nessuno, ormai, risponde più che sta realmente bene. La maggior parte delle persone si definisce stanco/stressato/incasinato dai problemi e dal lavoro e le cause possono essere attribuite alle motivazioni di cui sopra.

La verità è che non si è mai realmente stressati, incasinati o stanchi perché siamo proprio noi a dover decidere che, ad un certo punto, arriva quel momento in cui dobbiamo prendere una pausa anche dalla tecnologia, che possa dare giovamento al nostro benessere.

In che modo ?

Ed è proprio quello l’attimo in cui dobbiamo dedicarci a vivere la nostra vita, godendo di quei pochi minuti disponibili per passare il proprio tempo insieme alle persone che ci stanno più a cuore.

Oggi sono tante le distrazioni, che non si limitano al mero smartphone, ma si riferiscono ad un trascorrere del tempo passivamente: basti pensare alla televisione oppure, parlando in termini più innovativi e tecnologici, alla piattaforma di streaming come Netflix.

Esse ci obbligano a restare fermi davanti alla tv, inermi ed indifferenti al ticchettio delle lancette che scandiscono il tempo che passa.

Quello che possiamo consigliarvi anzitutto è cercare di limitare, oppure eliminare del tutto le distrazioni così che possiate tornare a godere delle piccole cose.

Un esempio può essere costituito dalla rimozione assoluta di tutte le notifiche del cellulare: da WhatsApp, a Facebook passando per le e-mail a qualsiasi altra tipologia di applicazione.

Un altro consiglio …

In secondo luogo, per gestire in maniera efficiente il proprio tempo a disposizione si possono stabilire dei giorni, oppure degli orari, in cui fare determinate cose.

Ad esempio, se dovete rispondere ai messaggi che vi arrivano su WhatsApp, cercate di non rispondere subito ad ognuno di essi ma rispondete a tutti solamente ad un determinato orario.

Anche gli orari del pranzo, oppure della cena, non sono ideali per rispondere, dal momento che si tratta di un momento di stacco dal lavoro, dedicato quindi al riposo e al dialogo.

Ci sono infatti molte persone che con una mano tengono la forchetta per mangiare, mentre con l’altra sfogliano la bacheca di Facebook ed Instagram.

La tecnologia ci ruba, ormai, quei piccoli lassi di tempo quotidiani che da tempi immemori sono dedicati alla famiglia ed al dialogo.

In parole povere …

Dobbiamo riprenderci il tempo che ci appartiene, ponendo maggiore attenzione alle cose utili invece che a quelle inutili. Per fare ciò, basti pensare al fatto che gli stessi proprietari di colossi quali Facebook, Apple, ovvero Mark Zuckenberg e Steve Jobs, hanno sempre avuto la tendenza ad allontanare i propri figli da ogni forma di tecnologia.

Se lo hanno fatto loro, perché non possiamo farlo noi?

Proprio loro che sono i primi ad aver creato strumenti tecnologici di questo genere, ed in quanto esperti e pionieri di questi ultimi, conoscono benissimo i loro effetti non proprio positivi sul cervello umano.

Prendetevi del tempo per pensare a quanto oggi la vostra attenzione sia importante, a quanto sia inutile sprecarla per focalizzarla su contenuti noiosi e non formativi.

Più si porta avanti un comportamento del genere, meno avrete la possibilità di crescere come persone e come esseri umani.

Se volete puntare sulla vostra crescita personale, prendetevi un momento per voi stessi, leggete un libro, sfogliate i contenuti di un blog, fate esercizi di meditazione e vedrete che ne ricaverete un grande benessere fisico e psicologico e non vi sembrerà di aver perso tempo.

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L’era dell’attenzione

Ultimamente è avvenuto un cambio non di poco conto, poiché siamo passati dall’era dell’attenzione all’era dell’informazione.

Ma questo cosa significa esattamente?

Ebbene, prima di spiegarlo, dobbiamo dire che negli ultimi sei mesi sono stati prodotti più dati dell’intera umanità sino ad oggi, ma si riesce a processarne solo l’1%.

Prendendo in considerazione questo fattore, possiamo aggiungere che, negli ultimi 50 anni, si sono prodotte più innovazioni degli ultimi 5000 anni.

Il problema è che spesso e volentieri il nostro “hardware”, oppure il nostro corpo, che dir si voglia, non riesce a tenere il ritmo ed infatti le persone sono annoiate, ipersature e disinteressate a tutto.

Questo cosa comporta ?

Ormai niente più ci sorprende, mentre sino a poco tempo fa, il sol vedere uno shuttle, oppure, come recentemente avvenuto, lanciare una sonda su Marte o partire per lo spazio, avrebbe suscitato delle reazioni quali sgomento, eccitazione ed incredulità.

Oggi, invece, una cosa del genere non crea alcun tipo di reazione, poiché siamo “investiti” da un numero di informazioni tali che ormai niente riesce più a farci rimanere a bocca aperta.

Tali informazioni ci arrivano da ogni tipologia di strumento: che sia lo smartphone, il tablet, la radio non ha importanza, ciò che è importante è la mole non indifferente di informazioni che ci piovono continuamente addosso.  

Si dice che in questo settore la tecnologia per essere inglobata all’interno della nostra economia, e quindi della nostra società, deve avere almeno 50 milioni di utilizzatori.

Bisogna considerare infatti che la radio ha impiegato 50 anni per avere 50 milioni di utilizzatori, il telefono invece 20 anni, mentre la televisione 13, il cellulare 12, internet 4, l’ipod 3, Facebook, 2 anni e Youtube, 1 anno.

Possiamo dire però che vi è qualcuno che è riuscito nell’impresa titanica di avere 50 milioni di utilizzatori in un solo anno, e parliamo di “Angry Bird”.

Quindi … ?

Ciò fa comprendere come più il tempo passa, più c’è il rischio che in generale la gente si faccia influenzare e cambiare da questi dati.

Ad esempio, quando compriamo un oggetto di tecnologia, non ci rendiamo conto di come, in poche ore, sia già superato e sostituito da un altro più “avanzato”.

Si sta perdendo un po’ il valore degli oggetti, dall’automobile all’immobile, poiché più c’è innovazione e creazione continua, più vi è frustrazione e saturazione mentale abnorme.

L’esempio lampante si ha con i modelli di automobili: ogni sei mesi esce un modello nuovo di una determinata casa automobilistica e, in seguito a ciò, possiamo dedurre come il vecchio modello abbia perso il proprio valore di mercato.

Quindi, mentre il mercato è in continua evoluzione c’è un qualcosa che non cambia mai: è proprio la nostra attenzione.

Perché l’attenzione non cambia?

Essa è limitata perché giornalmente abbiamo un livello d’attenzione limitato in quanto non riusciamo a concentrarci bene, vuoi per la stanchezza, vuoi per il sopraggiungere di altri fattori.

La maggior parte della gente utilizza i cellulari pensando che sia uno sfogo, una sorta di distrazione, con il pensiero che sia normale utilizzarli ormai nella vita di tutti i giorni.

Senza la tecnologia ci sentiamo persi, è questa la verità.

Le aziende quali Google e Facebook hanno studiato la psicologia dell’uomo e hanno compreso che, utilizzando determinate combinazioni di suoni e colori accesi, si attiri maggiormente l’attenzione dell’utilizzatore.

Basti pensare al suono dell’IPhone quando si riceve un messaggio, oppure al colore rosso delle notifiche che è stato scelto appositamente in quanto in grado di canalizzare l’attenzione.

In parole povere …

Questi colossi di cui abbiamo parlato in precedenza, non hanno fatto altro che creare gratificazione nell’utilizzatore, solamente attraverso una notifica che rappresenta l’approvazione di un qualcosa: che sia un post su Facebook oppure una foto.

I cosiddetti “Mi piace” su Facebook servono proprio a questo: a ricevere l’approvazione tanto desiderata ad oggi che viviamo nel tempo del social.

L’attenzione degli internettiani è sempre focalizzata sul numero di mi piace che un determinato post ha ricevuto, sulla fatidica domanda “Saranno abbastanza?”.

Con l’avvento di Internet, e della tecnologia in generale, tutto è immediato e tutto crea gratificazione.

Tutto ciò porta a controllare scrupolosamente, ogni minuto, le notifiche sul cellulare così che l’attenzione cali drasticamente.

Quale rischio si corre ?

Il rischio, così facendo, è che si passi tutta la giornata proprio su questi strumenti.

Il cervello umano non supporta tuttavia questo tipo di condizioni poiché ci si impone di distrarsi, al passare di un determinato intervallo di tempo, controllando il cellulare, le e-mail e le notifiche.

Tutto ciò porta a non avere la giusta attenzione e, per recuperare la concentrazione persa, il nostro cervello impiega esattamente ventitre minuti.

Quando si parla di un individuo “multitasking”, in grado di compiere quindi più azioni senza risentirne, dobbiamo tenere a mente che il nostro cervello è in grado di fare bene solamente una cosa alla volta.

Tutti oggi sono abituati ad utilizzare, ad esempio, WhatsApp anche per lavoro ed è una cosa che non va bene in quanto anch’esso distrae.

Il suo utilizzo implica una risposta immediata interrompendo così il lavoro di qualcun altro: anch’esso impiegherà, infatti, 23 minuti per concentrarsi nuovamente.

Internet oggi rende facile proprio tutto ed è proprio per questa ragione che le persone, in generale, provano noia e disinteresse.

La noia in sé non è negativa perché rappresenta un momento in cui si può stare con sé stessi, ragionare, elaborare delle idee strutturando qualcosa fino ad allora impensabile.

Sostanzialmente la noia è fondamentale per il nostro cervello ma l’avvento della tecnologia l’ha resa “ingestibile” agli occhi di chiunque, rendendoci incapaci di gestire i momenti di attesa.

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Opportunity Seeker: chi sono e che cosa fanno

Si sente più spesso parlare di figure quali “cercatori di opportunità” che vengono accomunati agli imprenditori. In realtà vi è grande differenza tra un imprenditore ed un “opportunity seeker”.

Letteralmente opportunity seeker vuol dire cercatori di opportunità e si tratta di un genere di persona che giornalmente è possibile incontrare e che quindi sono sempre esistite.

Alcuni esempi banali di coloro che potrebbero incarnare un ruolo di questo tipo sono i giocatori del superenalotto oppure gli acquirenti dei “Gratta e Vinci”.

Questi sono esempi che possono essere tratti dalla vita di tutti i giorni ma nell’ambito del business, si può affermare che l’opportunity seeker è colui che è alla continua ricerca di novità: un esempio è l’Affiliates Marketing ovvero un rivenditore il cui guadagno, e le cui commissioni, dipendono da ogni prodotto che sarà in grado di vendere.

Qual è l’obiettivo di un opportunity seeker ?

Essi sono alla continua ricerca di nuove mode e tentano di sfruttare queste ultime per ricavarci un guadagno e quindi avviare un business.

Ognuno è libero di fare ciò che vuole, e gli opportunity seeker non sono certo da condannare: è giusto che ognuno cerchi di trovare il proprio posto nel mondo, sfruttando la moda e le opportunità del momento. È anche vero però che ci sono professionisti e professionisti.

Quando si scorre la bacheca dei social network, come Facebook oppure Instagram, ci si imbatte spesso e volentieri in offerte di prodotti e/o corsi di formazione.

Ma il vero punto è quante di queste persone sono in possesso delle opportune competenze per svolgere un lavoro di quel tipo.

Ed inoltre quante di queste persone sono davvero degli opportunity seeker, sanno cioè che quel prodotto e/o corso di formazione va di moda e pertanto si cimentano nella creazione di info/prodotti ed infine nella vendita di questi ultimi.

Chi rappresenta il loro target ?

A questo punto sorge spontaneo chiedersi a chi gli opportunity seeker vendono i loro prodotti.  

La risposta appare abbastanza scontata: opportunity seeker, in quanto è una sorta di circolo vizioso.

Molto spesso gli opportunity seeker hanno una schiera di “discepoli” che li seguono, pronti a prendere le loro difese in ogni momento, che altri non sono che ulteriori opportunity seeker tanto quanto il guru che si professa ad esperto di prodotti e di vendite.

Molte persone al giorno d’oggi acquistano prodotti, corsi di formazione e quant’altro con la prospettiva di ricavarci un sostanzioso guadagno.

È naturale come tutto ciò sia assolutamente sbagliato perché i vantaggi sono tutti dell’opportunity seeker, che ha creato il corso e che ci guadagna.

Cosa ne consegue ?

Chi acquista il corso e/o il prodotto, invece, non guadagna proprio nulla poiché un corso creato da una persona priva di esperienza non vale nulla ma, soprattutto, non può trasmettere niente a chi lo acquista.

La maggior parte delle volte, infatti, chi acquista questi info/prodotti, che siano video e/o guide, magari li utilizzano per un breve periodo di tempo, per poi abbandonarli completamente.

Si tratta, pertanto, di prodotti che non generano alcuna opportunità per chi li ha acquistati. L’obiettivo è generare un’occasione anche per gli altri, non solo per sé stessi: non basta pertanto seguire i consigli di un’altra persona, creare il prodotto consigliato da quest’ultima e sperare che vada bene e che da ciò si possa generare ricchezza.

È possibile sviluppare un info/prodotto e venderlo, ma bisogna “rimboccarsi le maniche”.

Questo discorso può essere fatto per il mercato italiano, che è pieno purtroppo di opportunity seeker privi di competenza, ma lo stesso non vale per i mercati esteri.

Cosa cambia all’estero ?

Gli opportunity seeker d’oltreoceano, ad esempio, sono assolutamente competenti in quello che fanno e che offrono.

Quelli italiani non fanno altro che mettersi in bella mostra, facendo sfoggio della loro capacità di attirare followers, senza però considerare il tipo di potenziale clientela che li segue.

Possiamo affermare con tranquillità come forse solo l’1% di questi decantati followers, siano effettivamente dei tecnici di settore.

Nella maggior parte dei casi, ciò che spinge questo 1% a seguire ciò che dice il guru di turno è la curiosità, in quanto magari intorno ad esso vi sono dei pareri positivi.

In quasi tutti i casi finisce che il vero esperto non riesce a seguire proprio tutto, in quanto non condivide la veridicità dei contenuti offerti da chi si professa guru di determinati info-prodotto e/o corsi di formazione.

Naturalmente vi sono guru che affermano cose giuste ed intelligenti, ma ve ne sono tanti altri che non sono consapevoli di ciò che dicono.

Possiamo affermare come gli opportunity seeker abbiano creato una sorta di network marketing e, come in ogni caso simile, a guadagnare di più è chi sta al vertice.

In parole povere …

Nel caso degli opportunity seeker, prima di procedere all’acquisto dell’info-prodotto, bisogna valutare bene quest’ultimo e pensare che a guadagnare di più sarà il guru che lo ha venduto e non l’acquirente che spera di fare fortuna guardando semplicemente un video o leggendo una guida.

Tutto è relativo.

Occorrono solo buone capacità di valutazione del prodotto ma anche competenze in ambito tecnico, manageriale, imprenditoriale insieme ad anni di esperienza per sviluppare un’azienda remunerativa.

Non basta quindi un info-prodotto qualunque, anche perché i costi da sostenere per l’avvio di un business online sono abbastanza consistenti.

Se si pensa che per aprire una partita Iva in Italia bisogna essere sicuri di guadagnare almeno euro 5.000, ai fini di ricavarci sopra uno stipendio dignitoso, capiamo bene che non è tutto rosa e fiori come i guru vogliono fare credere e che, spesso, ci si rimette solamente.

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Smettere di procrastinare

Combattere la procrastinazione “rispondendo con una pistola ad un coltello”

Oggi parleremo di come combattere la procrastinazione.
Ovvero, la domanda a cui voglio rispondere è: come si fa a trovare la forza di fare qualcosa, quando il nostro corpo “combatte” per cercare di fare il contrario?

Ad esempio: come ci si può alzare la mattina presto per andare in palestra, quando non si ha voglia e il nostro corpo lotta per continuare a dormire?
Quindi, parlando in generale, vedremo come svolgere una determinata attività, anziché rimandarla perché non si ha voglia di farla.

Figurativamente parlando, bisogna immaginare di estrarre una pistola quando il nostro corpo ci tiene sotto tiro con un coltello! Ovvero: quando ci siamo prefissati di alzarci alle otto del mattino, ma non ci riusciamo perché stanchi, il giorno dopo, anziché continuare a provare a svegliarci alle otto, ci alzeremo alle sei.

Riprendere il controllo sul tuo corpo

Non vediamola tanto come una punizione, quanto come un metodo che permette di avere un maggiore controllo sul nostro corpo: spesso ci dimentichiamo che a gestire il corpo è il cervello, quindi lasciamo che sia il nostro corpo a dettare legge anziché controllarlo. Per far sì che non sia così,  quello appena descritto è un buon approccio, e lo si può adottare in ogni situazione.

Questa metodologia può funzionare anche allo scopo di migliorarsi, ad esempio: se mi sono prefissato un tempo massimo di quattro ore per raggiungere un traguardo, ma ce ne metto sei, il giorno dopo cercherò di farlo in tre ore, abituandomi, così, a raggiungere I miei obiettivi, oltre che a fare le cose che non mi va di svolgere.

Compiere le attività che gli altri non sanno o non vogliono fare

Il segreto del successo in ogni ambito della vita è proprio questo: fare quelle cose che gli altri non sono in grado di fare! In ambito sportivo, ad esempio, si vince proprio perché ci si è spinti oltre i propri limiti, riuscendo a fare quello step in più contro cui i propri avversari si sono fermati.

Non si tratta solo di prestanza fisica, ma di capacità mentale, di forza di volontà.

Il nostro corpo, arrivato ad un certo livello di stress e di fatica, ci impone dei blocchi mentali, ma, se abbiamo il pieno controllo su di esso, riusciamo ad andare oltre  e a fare cose che gli altri non riescono a fare.

Il blocco del cervello che ti fa procrastinare

Parlando con dei grandi sportivi, che hanno raggiunto anche dei buoni risultati in nazionale, quello che mi hanno detto è sempre di cercare di andare al di là delle proprie possibilità.

Chiaramente questa cosa non si può fare costantemente, o si rischia di farsi male: il nostro cervello pone il blocco proprio perché “sa” cosa potrebbe succedere se andassimo oltre le nostre possibilità; questo, però, non significa che non si possa provare.

Lo svegliarsi presto al mattino, andando a dormire otto ore prima, si può fare, diventa un problema se si dorme tutte le notti per sole quattro ore.

Fare le cose mentre gli altri dormono

Il segreto del raggiungimento di uno scopo o di un obiettivo prefissato, è fare le cose mentre gli altri dormono, ovvero quando gli altri non riescono a farle, a causa di un limite imposto dalla mente o dal fisico. E’ proprio questo che rende possibile superare i propri limiti! 

“Ce l’ha nel sangue” o “è solo fortunato”

Quando noi vediamo uno sportivo che compie un’acrobazia fuori dal normale, pensiamo sempre: “Ah, ma quello lì ce l’ha nel sangue”; oppure quando vediamo un imprenditore che fa soldi o diventa ricco, pensiamo sempre che sia dovuto alla sua fortuna o alla sua famiglia, ma in realtà non è così!

Andando ad indagare sulla vita di queste persone si vede che, magari, invece di uscire il sabato sera erano in palestra ad allenarsi, o erano in ufficio a lavorare: che cosa hanno fatto più di voi? Si sono fatti piacere le cose che agli altri non piace fare: hanno lavorato mentre gli altri erano a divertirsi in giro, oppure mentre voi dormivate!

Ascoltate questi piccoli suggerimenti ed ucciderete la vostra procrastinazione!