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Abitudini di gestione del tempo

L’avvento della tecnologia ci ha reso succubi, ma soprattutto incapaci di gestire il tempo libero.

Quante volte ci sarà capitato di dover aspettare il ripristino della corrente per utilizzare il nostro dispositivo elettronico, senza sapere cosa fare, domandandosi “Ma prima di Internet che cosa facevo esattamente?”.

Beh, è proprio questo il problema che affligge la società odierna la quale è sempre più investita da social, informazioni e tecnologia.

Tutto ciò ci ha reso assolutamente deboli, controllati dai cellulari e dai computer proprio perché, per tutto il giorno, la nostra mente è lì china su questi strumenti.

Ogni giorno, per un numero indefinito di ore, ci vengono infatti propinate informazioni di ogni tipo e genere.

Ciò che cosa comporta ?

In tal modo non si fa che esaurire, totalmente, le proprie energie mentali e tutto ciò ci porta ad essere annoiati e stressati.

Il segreto per uscire da questa situazione, non proprio piacevole, sarebbe però gestire al meglio le proprie giornate, ed il proprio tempo, concentrandosi maggiormente su quello che si fa. Ci vorrebbe inoltre una sorta di disintossicazione dalla tecnologia, dai social e da ogni fonte di distrazione focalizzando la propria attenzione sull’attività che si intende portare avanti.

Possiamo affermare che oggi come oggi non ci sono lavori realmente stancanti, a meno che non si compiano lavori di manovalanza o artigianali, ma tutto dipende da come si ottimizza e si organizza il proprio tempo e le proprie giornate.

Ognuno di noi, inavvertitamente, si pone in una situazione di stress di cui avverte il peso ogni giorno, già da quando accende il telefono, bombardando la propria testa di informazioni e news in generale che a volte sono proprio inutili.

Basti pensare che il 90% delle persone la prima cosa che fa appena si sveglia è controllare le notifiche del cellulare, oppure la sera prima di andare a dormire molti si concentrano sulla bacheca di Facebook ed Instagram.

L’impatto è solo sul tempo ?

Tutto ciò si ripercuote inevitabilmente non solo sull’attenzione, ma anche sul riposo in quanto la mattina ci si sveglia già stanchi.

Inutile dire che si tratta di due comportamenti assolutamente sbagliati, a cui occorre porre rimedio assolutamente. In effetti bisogna dire che alla semplice domanda “Come stai?” nessuno, ormai, risponde più che sta realmente bene. La maggior parte delle persone si definisce stanco/stressato/incasinato dai problemi e dal lavoro e le cause possono essere attribuite alle motivazioni di cui sopra.

La verità è che non si è mai realmente stressati, incasinati o stanchi perché siamo proprio noi a dover decidere che, ad un certo punto, arriva quel momento in cui dobbiamo prendere una pausa anche dalla tecnologia, che possa dare giovamento al nostro benessere.

In che modo ?

Ed è proprio quello l’attimo in cui dobbiamo dedicarci a vivere la nostra vita, godendo di quei pochi minuti disponibili per passare il proprio tempo insieme alle persone che ci stanno più a cuore.

Oggi sono tante le distrazioni, che non si limitano al mero smartphone, ma si riferiscono ad un trascorrere del tempo passivamente: basti pensare alla televisione oppure, parlando in termini più innovativi e tecnologici, alla piattaforma di streaming come Netflix.

Esse ci obbligano a restare fermi davanti alla tv, inermi ed indifferenti al ticchettio delle lancette che scandiscono il tempo che passa.

Quello che possiamo consigliarvi anzitutto è cercare di limitare, oppure eliminare del tutto le distrazioni così che possiate tornare a godere delle piccole cose.

Un esempio può essere costituito dalla rimozione assoluta di tutte le notifiche del cellulare: da WhatsApp, a Facebook passando per le e-mail a qualsiasi altra tipologia di applicazione.

Un altro consiglio …

In secondo luogo, per gestire in maniera efficiente il proprio tempo a disposizione si possono stabilire dei giorni, oppure degli orari, in cui fare determinate cose.

Ad esempio, se dovete rispondere ai messaggi che vi arrivano su WhatsApp, cercate di non rispondere subito ad ognuno di essi ma rispondete a tutti solamente ad un determinato orario.

Anche gli orari del pranzo, oppure della cena, non sono ideali per rispondere, dal momento che si tratta di un momento di stacco dal lavoro, dedicato quindi al riposo e al dialogo.

Ci sono infatti molte persone che con una mano tengono la forchetta per mangiare, mentre con l’altra sfogliano la bacheca di Facebook ed Instagram.

La tecnologia ci ruba, ormai, quei piccoli lassi di tempo quotidiani che da tempi immemori sono dedicati alla famiglia ed al dialogo.

In parole povere …

Dobbiamo riprenderci il tempo che ci appartiene, ponendo maggiore attenzione alle cose utili invece che a quelle inutili. Per fare ciò, basti pensare al fatto che gli stessi proprietari di colossi quali Facebook, Apple, ovvero Mark Zuckenberg e Steve Jobs, hanno sempre avuto la tendenza ad allontanare i propri figli da ogni forma di tecnologia.

Se lo hanno fatto loro, perché non possiamo farlo noi?

Proprio loro che sono i primi ad aver creato strumenti tecnologici di questo genere, ed in quanto esperti e pionieri di questi ultimi, conoscono benissimo i loro effetti non proprio positivi sul cervello umano.

Prendetevi del tempo per pensare a quanto oggi la vostra attenzione sia importante, a quanto sia inutile sprecarla per focalizzarla su contenuti noiosi e non formativi.

Più si porta avanti un comportamento del genere, meno avrete la possibilità di crescere come persone e come esseri umani.

Se volete puntare sulla vostra crescita personale, prendetevi un momento per voi stessi, leggete un libro, sfogliate i contenuti di un blog, fate esercizi di meditazione e vedrete che ne ricaverete un grande benessere fisico e psicologico e non vi sembrerà di aver perso tempo.

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L’era dell’attenzione

Ultimamente è avvenuto un cambio non di poco conto, poiché siamo passati dall’era dell’attenzione all’era dell’informazione.

Ma questo cosa significa esattamente?

Ebbene, prima di spiegarlo, dobbiamo dire che negli ultimi sei mesi sono stati prodotti più dati dell’intera umanità sino ad oggi, ma si riesce a processarne solo l’1%.

Prendendo in considerazione questo fattore, possiamo aggiungere che, negli ultimi 50 anni, si sono prodotte più innovazioni degli ultimi 5000 anni.

Il problema è che spesso e volentieri il nostro “hardware”, oppure il nostro corpo, che dir si voglia, non riesce a tenere il ritmo ed infatti le persone sono annoiate, ipersature e disinteressate a tutto.

Questo cosa comporta ?

Ormai niente più ci sorprende, mentre sino a poco tempo fa, il sol vedere uno shuttle, oppure, come recentemente avvenuto, lanciare una sonda su Marte o partire per lo spazio, avrebbe suscitato delle reazioni quali sgomento, eccitazione ed incredulità.

Oggi, invece, una cosa del genere non crea alcun tipo di reazione, poiché siamo “investiti” da un numero di informazioni tali che ormai niente riesce più a farci rimanere a bocca aperta.

Tali informazioni ci arrivano da ogni tipologia di strumento: che sia lo smartphone, il tablet, la radio non ha importanza, ciò che è importante è la mole non indifferente di informazioni che ci piovono continuamente addosso.  

Si dice che in questo settore la tecnologia per essere inglobata all’interno della nostra economia, e quindi della nostra società, deve avere almeno 50 milioni di utilizzatori.

Bisogna considerare infatti che la radio ha impiegato 50 anni per avere 50 milioni di utilizzatori, il telefono invece 20 anni, mentre la televisione 13, il cellulare 12, internet 4, l’ipod 3, Facebook, 2 anni e Youtube, 1 anno.

Possiamo dire però che vi è qualcuno che è riuscito nell’impresa titanica di avere 50 milioni di utilizzatori in un solo anno, e parliamo di “Angry Bird”.

Quindi … ?

Ciò fa comprendere come più il tempo passa, più c’è il rischio che in generale la gente si faccia influenzare e cambiare da questi dati.

Ad esempio, quando compriamo un oggetto di tecnologia, non ci rendiamo conto di come, in poche ore, sia già superato e sostituito da un altro più “avanzato”.

Si sta perdendo un po’ il valore degli oggetti, dall’automobile all’immobile, poiché più c’è innovazione e creazione continua, più vi è frustrazione e saturazione mentale abnorme.

L’esempio lampante si ha con i modelli di automobili: ogni sei mesi esce un modello nuovo di una determinata casa automobilistica e, in seguito a ciò, possiamo dedurre come il vecchio modello abbia perso il proprio valore di mercato.

Quindi, mentre il mercato è in continua evoluzione c’è un qualcosa che non cambia mai: è proprio la nostra attenzione.

Perché l’attenzione non cambia?

Essa è limitata perché giornalmente abbiamo un livello d’attenzione limitato in quanto non riusciamo a concentrarci bene, vuoi per la stanchezza, vuoi per il sopraggiungere di altri fattori.

La maggior parte della gente utilizza i cellulari pensando che sia uno sfogo, una sorta di distrazione, con il pensiero che sia normale utilizzarli ormai nella vita di tutti i giorni.

Senza la tecnologia ci sentiamo persi, è questa la verità.

Le aziende quali Google e Facebook hanno studiato la psicologia dell’uomo e hanno compreso che, utilizzando determinate combinazioni di suoni e colori accesi, si attiri maggiormente l’attenzione dell’utilizzatore.

Basti pensare al suono dell’IPhone quando si riceve un messaggio, oppure al colore rosso delle notifiche che è stato scelto appositamente in quanto in grado di canalizzare l’attenzione.

In parole povere …

Questi colossi di cui abbiamo parlato in precedenza, non hanno fatto altro che creare gratificazione nell’utilizzatore, solamente attraverso una notifica che rappresenta l’approvazione di un qualcosa: che sia un post su Facebook oppure una foto.

I cosiddetti “Mi piace” su Facebook servono proprio a questo: a ricevere l’approvazione tanto desiderata ad oggi che viviamo nel tempo del social.

L’attenzione degli internettiani è sempre focalizzata sul numero di mi piace che un determinato post ha ricevuto, sulla fatidica domanda “Saranno abbastanza?”.

Con l’avvento di Internet, e della tecnologia in generale, tutto è immediato e tutto crea gratificazione.

Tutto ciò porta a controllare scrupolosamente, ogni minuto, le notifiche sul cellulare così che l’attenzione cali drasticamente.

Quale rischio si corre ?

Il rischio, così facendo, è che si passi tutta la giornata proprio su questi strumenti.

Il cervello umano non supporta tuttavia questo tipo di condizioni poiché ci si impone di distrarsi, al passare di un determinato intervallo di tempo, controllando il cellulare, le e-mail e le notifiche.

Tutto ciò porta a non avere la giusta attenzione e, per recuperare la concentrazione persa, il nostro cervello impiega esattamente ventitre minuti.

Quando si parla di un individuo “multitasking”, in grado di compiere quindi più azioni senza risentirne, dobbiamo tenere a mente che il nostro cervello è in grado di fare bene solamente una cosa alla volta.

Tutti oggi sono abituati ad utilizzare, ad esempio, WhatsApp anche per lavoro ed è una cosa che non va bene in quanto anch’esso distrae.

Il suo utilizzo implica una risposta immediata interrompendo così il lavoro di qualcun altro: anch’esso impiegherà, infatti, 23 minuti per concentrarsi nuovamente.

Internet oggi rende facile proprio tutto ed è proprio per questa ragione che le persone, in generale, provano noia e disinteresse.

La noia in sé non è negativa perché rappresenta un momento in cui si può stare con sé stessi, ragionare, elaborare delle idee strutturando qualcosa fino ad allora impensabile.

Sostanzialmente la noia è fondamentale per il nostro cervello ma l’avvento della tecnologia l’ha resa “ingestibile” agli occhi di chiunque, rendendoci incapaci di gestire i momenti di attesa.

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Parliamo di Trust: Che cos’è

Parlare del Trust online, ovvero della credibilità che si acquisisce sul web, è un argomento “caldo” al giorno d’oggi, e che quindi fa molto discutere.

Essa è fondamentale ma occorre comprendere a fondo quali siano le tipologie di Trust esistenti, a che cosa serve esattamente e come la si crea.

Come tutti avrete notato al giorno d’oggi le persone sono occupate a portare avanti il proprio “personal brand”, ovvero il proprio marchio di fabbrica, perché hanno capito che in generale i brand, i marchi e le aziende stanno lentamente perdendo terreno sul mercato.

Perché questa scelta ?

Si cerca di portare avanti la propria individualità perché si è capito come la relazione ed il valore di una persona, a differenza di quello che riesce a trasmettere un brand oppure un’azienda, è molto più forte quantomeno nel mondo attuale.

Chiaramente le aziende ed i brand per anni hanno mantenuto questa tipologia di monopolio e di percezione di autorità, adesso ci si può accorgere solamente aprendo la bacheca di Facebook ed Instagram che si sta spingendo molto in personal brand.

Questi social pullulano di guru che si ergono a consulenti, ed erogatori di servizi formativi quali soprattutto corsi di formazione e rimedi sicuri per accrescere la propria autorità.

Vi è stato pertanto questo cambiamento nel mondo ma cos’è, esattamente, che fa la differenza tra una persona che è un totale sconosciuto ed un’altra che invece ha successo? Ma soprattutto come fa quest’ultima ad arrivare in vetta?

La differenza è semplice:

e sta nell’esistenza di due diverse tipologie di Trust: la prima è una trust generata da una conseguenza di un susseguirsi di azioni continue, e prodotta quindi dalla costanza e dalla perseveranza.

Un esempio è dato dalla pubblicazione quotidiana di video e contenuti per il web, ma la cosa importante è che questi contenuti siano rivolti ad una nicchia ben precisa.

Naturalmente questa viene individuata a seguito di ricerche ed analisi, e non bisogna scegliere a caso il proprio target di riferimento poiché così facendo si rischia di fallire del tutto.

In questo caso si parla della cosiddetta “Trust Organic”.

Esistono “altre trust” ?

Per quanto concerne l’altra tipologia di Trust, invece, è data dal “Paid” e pertanto dal pagamento.

In quest’ultimo caso i guru riescono a diventare dei top leader nel loro settore nel giro di sei mesi, ed è la fetta di mercato più ampia in quanto è molto più diffusa questa tipologia di Trust.

Lo svantaggio di questo particolare modello di Trust è che il successo di questi guru è abbastanza passeggero: essi diventano dei top leader in breve tempo, ma altrettanto velocemente riescono a perdere quel primato conquistato così facilmente. Anche in quest’ultimo caso la condivisione dei contenuti è giornaliera e costante ma, a differenza della Trust organica, in questa tipologia di Trust i contenuti sono supportati dalle campagne a pagamento.

Analizzando nello specifico l’una e l’altra tipologia di trust possiamo trovare, per entrambe, diversi vantaggi e svantaggi. Per quanto concerne la Trust Organica uno dei vantaggi che essa comporta è il suo essere a costo zero.

Come è possibile ?

La Trust Organica è davvero molto economica in tal senso, in quanto è necessaria solamente una connessione internet ed un’attrezzatura di base per effettuare i video/post come il computer e lo smartphone che sono ampiamente sufficienti.

L’unico costo che essa comporta è la dedizione ed il tempo impiegato, in quanto qualora si decida di dedicare il proprio tempo alla pubblicazione giornaliera, settimanale o mensile dei suddetti contenuti occorre onorare questo intento al fine di raggiungere il proprio obiettivo. Solitamente si parla di due oppure tre contenuti a settimana, oppure un contenuto al giorno, in quanto la pubblicazione di un contenuto al mese è davvero troppo poco.

Un ulteriore vantaggio della Trust Organica è il fatto che si agisce nell’ombra poiché prima di proporre un prodotto si devono imparare le tecniche giuste di vendita, senza lanciarsi subito sul mercato con la presunzione di farcela.

Occorre prima acquisire esperienza e competenze, e si è sicuri che si otterranno comunque dei buoni risultati senza per forza avere una schiera di followers ad idolatrare il personaggio di turno.

Per esempio …

Sponsorizzare i propri contenuti quando non si è conosciuti dal pubblico può rappresentare uno svantaggio, in quanto il pubblico destinatario degli stessi è molto bravo a puntare facilmente il dito giudicando male il creatore dei contenuti.

Vi è un’ignoranza tale che la maggior parte delle persone non riesce a distinguere contenuti di valore, da quelli creati ad hoc solo per aumentare le vendite senza che dietro vi sia una minima formazione.

Vi è il rischio quindi che essi facciano di tutta l’erba un fascio, associando il guru competente a coloro i quali svolgono quest’attività solo per fare soldi, senza avere la minima consapevolezza di quello che fanno e senza neanche una formazione concreta.

Tra gli svantaggi della Trust Organica vi è il fatto che, per avere successo, ci si mette davvero molto tempo.

Si parla di un arco temporale annuale, durante il quale l’impegno deve essere costante e quotidiano.

Quanto alla “Trust Paid” possiamo affermare come, sponsorizzare i propri contenuti con una campagna pubblicitaria realizzata ad hoc in maniera eccellente, possa far crescere i propri numeri in termini di seguaci.

Ciò lo si può fare in relazione alla propria capacità di spesa, ma i post devono essere originali e di qualità.

Pertanto, i contenuti raggiungono il proprio target in modo abbastanza veloce ma, di contro, è necessaria una spesa non indifferente per raggiungere risultati notevoli in così poco tempo.

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Trust: Come e perché funziona

La Trust online, ovvero la credibilità che si acquisisce sul web, presenta uno svantaggio non indifferente poiché in molti sono soliti acquisirla pagando lautamente professionisti dell’Advertising in grado di realizzare campagne pubblicitarie realizzate ad hoc.

Fruendo di questo canale pubblicitario è possibile che il guru di turno raggiunga, in un lasso di tempo molto breve, un picco di ascolti, raggiungendo una fetta di pubblico consistente.

I contenuti diffusi dal guru, in questo caso, diventano per chi li guarda ed ascolta, una sorta di Bibbia da seguire, soprattutto per tutti coloro i quali non avevano mai sentito parlare di niente di simile.

Il problema è che una volta che si smettono di pagare lautamente le inserzioni pubblicitarie, cessa, oppure diminuisce, anche il successo riscosso dal guru in questione.

La conseguenza ?

A questo punto il guru in questione torna nell’oblio da cui proviene oppure, in quel lasso di tempo così breve, è stato talmente bravo da riuscire a creare fiducia in chi l’ha ascoltato dedicandogli la propria attenzione.

Questi ultimi sono i cosiddetti True Fan, ovvero coloro i quali sono interessati a seguire i contenuti del guru anche in seguito alla sua decadenza sul web.

Diversamente, il guru è destinato a scomparire nel corso del tempo e questo è successo a diversi personaggi i quali riuscivano bene in quello che facevano, portando ad un evento anche più di mille persone.

Tutto ciò è reso possibile in quanto il mercato, insieme ai suoi strumenti, è in continua evoluzione: ci sarà sempre un guru più aggiornato disposto a spendere più denaro, utilizzando strategie più avanzate magari prendendo spunto anche dai guru statunitensi.

Come distinguersi ?

Il segreto vero del successo in questo ambito non è creare i contenuti più originali, bensì prendere spunto e tradurre al meglio i contenuti dei guru d’oltreoceano i quali ne sanno molto più in questo settore.

La Trust Paid è molto vantaggiosa poiché si possono realizzare campagne mirate alla “conquista” di un particolare target di riferimento, cosa che non può accadere con la Trust Organic la quale viene effettuata senza questa analisi così particolare e personalizzata con il rischio di non raggiungere il risultato desiderato.

Ad esempio, si può mirare a “colpire” un determinato visitatore del proprio sito web invitandolo a registrarsi alla newsletter e, per questo, si realizza una campagna pubblicitaria dedicata visibile solo a quest’ultimo.

Una campagna a pagamento che porta ad esempio ad una live con link finale che presenta una “call to action”, che comporta la registrazione degli utenti, può indurre a raggiungere il tasso di conversione ogni cinque registrazioni.

La stessa cosa può accadere per quanto riguarda la Trust Organic dove si è a conoscenza del tasso di conversione, ma non si sa di preciso quanti utenti abbiano visto quel determinato contenuto. Non si conosce pertanto la percentuale iniziale, cosa che invece succede utilizzando la campagna a pagamento che rende noto quanti click ha avuto il link alla fine del contenuto.

La Trust, esattamente, a cosa serve?

Se mettessimo per un momento da parte il web, e ci concentrassimo sull’offline, potremmo constatare come un individuo che ha credibilità (che viene ad esempio introdotta da una persona fidata), ha anche maggiore possibilità di vendere il proprio prodotto al potenziale cliente.

Ciò avviene perché questo individuo non è esattamente una persona di fiducia, ma è come se lo fosse.

Ad esempio, se un’azienda di cui non conosciamo il nome proponesse ad un potenziale cliente alcuni prodotti di Sky, probabilmente quest’ultimo non li acquisterebbe in quanto non conosce l’azienda che offre questo servizio.

Da ciò si evince che il brand contribuisce a creare credibilità, così come la creano anche le referenze.

Nel mondo dell’offline queste ultime sono importantissime come quando un amico consiglia l’acquisto di un determinato prodotto, perché lo ha già acquistato e provato lui in precedenza, e pertanto quell’acquisto viene considerato “sicuro”.

Ma su internet ?

Nel mondo dell’online la Trust viene creata dal valore che il pubblico attribuisce a quella persona, dalla percezione dei valori etici e morali di quest’ultima.

Alla creazione della Trust online contribuisce anche l’organizzazione di un evento che consenta al guru ed ai suoi followers di incontrarsi, così che questi capiscano che tipo di persona sia il guru e come quest’ultimo sia disposto a “metterci la faccia”.

Oggi ad avere successo è chi punta all’attuazione della Trust Paid, ovvero alla creazione della Trust mediante il pagamento delle apposite campagne pubblicitarie.

Essa è la più premiata in quanto si tratta di uno strumento che può permettersi di coinvolgere un numero maggiore di persone e, così facendo, si hanno più possibilità di raggiungere persone in grado di percepire il valore di colui che offre il servizio/prodotto.

La Trust Organic invece, soprattutto oggi e su determinate categorie, è consigliabile solo qualora si voglia incuriosire chi già è a conoscenza di cosa si offre e delle caratteristiche della propria attività, ma ciò che è certo è che la Trust Organic non è premiante come la Trust Paid.

Ad esempio, anche Facebook non funziona più se non si pagano le campagne pubblicitarie, così come accade per molti altri canali social. La Trust serve a vendere: come nell’offline, accade così anche nell’ambito online. La differenza è che nell’offline le persone già famose quel successo non lo “pagano” mensilmente ma, una volta acquisito, lo si tiene a vita.

Ma nel mondo del web bisogna essere bravi a mantenerlo a vita perché finché ci si serve delle campagne pubblicitarie allora va tutto bene, ma quando si smette la concorrenza è davvero molto spietata.

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Webinar Funnel – come e perché strutturarlo – 2° parte

I webinar automatici non presentano la necessità che il relatore sia presente, e comportano il vantaggio di funzionare in piena autonomia.

Nonostante ciò, il relatore dovrà preventivamente realizzarne uno, che può essere montato e quindi non per forza di cose eseguito in “presa diretta”.

Il relatore avrà pertanto la possibilità di effettuare il montaggio del video e quindi di tagliarlo a suo piacimento, modificarlo e così via dicendo aggiungendo una musica di sottofondo e quant’altro, rendendolo così più accattivante.

Solo successivamente il relatore potrà caricare i webinar sull’apposito software, e la registrazione rimarrà online ed alla portata di tutti.

Sarà il software stesso a ricordare agli utenti che si sono iscritti quando si svolgerà il webinar attraverso i cosiddetti “reminder” dell’evento che rammentano, con precisione, l’inizio dell’evento.

Il relatore ha la possibilità di decidere uno o più orari in cui rendere fruibile, agli utenti, il video preregistrato.

Inoltre …

Esiste un ulteriore distinzione tra Webinar Automatico ed Evergreen.

Quello automatico prevede un accesso con registrazione: all’orario scelto dall’utente verrà resa disponibile una nuova pagina web contenente il webinar preregistrato.

Si tratta sostanzialmente di un video incorporato all’interno della pagina. In genere la call to action, ovvero “l’invito all’azione”, è un bottone che si attiva una volta terminata la visualizzazione del video.

Non vi è quindi una chat a lato, il relatore può dire che è registrato ma è una questione di furbizia fare in modo che tale bottone compaia solo alla fine del video.

Facendo diversamente vi è il rischio che gli utenti clicchino sulla call to action, senza guardare prima i contenuti del video.

Il webinar evergreen, invece …

Si tratta di una simulazione di un live, tanto che chi si iscrive pensa di assistere ad un contenuto live per via della presenza di una chat che, con l’aiuto di un software, consente la registrazione di una sessione live di un webinar.

Allo stesso tempo è possibile registrare anche i commenti ed effettuare il replay di quella registrazione, che è “evergreen” in quanto sempre disponibile.

Diffuso già da un po’ di tempo negli Stati Uniti d’America, si tratta di un tipo di webinar che negli ultimi tempi sta davvero spopolando anche in Italia.

In questo caso all’orario scelto dall’utente verrà resa disponibile una nuova pagina web contenente il webinar, ed una chat sul lato che consentirà all’utente di interagire con gli altri e con il relatore durante il webinar. Viene garantita all’utente una risposta immediata, da parte del relatore o di un esperto nel settore, relativamente al tema trattato.

Quali sono i benefici ?

Tra i vantaggi del webinar vi è il fatto che il relatore non debba essere presente: è come se vi fosse una sorta di “clone” a fare formazione online al posto del relatore.

Anche l’utente ha un vantaggio enorme dal punto di vista della logistica, in quanto può formarsi senza per forza di cose effettuare scomodi spostamenti.  

Un ulteriore vantaggio è rappresentato, inoltre, dalla scelta dell’orario più comodo in cui prendere visione del webinar. Di contro vi è il rischio che gli utenti si accorgano che il webinar è preregistrato, e non in diretta come sembrerebbe in apparenza, e di non fare proprio una bella figura.

Ciò accade soprattutto se la CTA del webinar fa leva su trigger quali Scarcity ed Urgency.

Nello specifico:

Per quanto riguarda i principali software utilizzati per i webinar automatici, essi sono sostanzialmente costituiti da sei differenti tipologie: Easy, jam, Ignition, Ninja, Demio e GoTo.

Webinarjam è forse la migliore piattaforma per realizzare evergreen webinar, proprio perché al suo interno contiene evergreen webinar ed è quindi realizzata proprio con questo scopo.

Demio invece è un software che non presenta un costo molto elevato, lavora bene e ha moltissime funzionalità. L’unico svantaggio è rappresentato dal fatto che non viene tradotto il 100% delle pagine, quindi è possibile che rimanga qualche frase in inglese ma ciò non rappresenta un grosso problema. Demio presenta inoltre la funzionalità di inviare e-mail automatiche, senza l’aiuto di ulteriori software.

A questo punto bisogna sottolineare che esistono due differenti tipologie di Webinar Funnel, ovvero “l’High Ticket” ed il “Low Ticket”.

In pratica …

Con il termine High Ticket si fa riferimento ad un prodotto/servizio di prezzo elevato appartenente ad una fascia di prezzo superiore agli euro 500 come, ad esempio, lo può essere un servizio di consulenza.

Per quest’ultima tipologia di servizio si parte dai costi per campagne a pagamento, live, contenuti organici e per i webinar di diversa tipologia di cui si è parlato precedentemente.

Successivamente l’utente può effettuare la prenotazione di una sessione strategica via telefono, per poi compilare il survey di segmentazione che mette l’utente in una condizione di autorità.

In seguito, si passa alla sezione strategica che può avere una durata di sessanta minuti, oppure anche meno, avviene via telefono ed è durante quest’ultima che avviene la vendita del prodotto/servizio.

Essendo l’high ticket un prodotto costoso bisognerà sfociare nell’offline con una call telefonica che ha lo scopo di rassicurare ed accompagnare l’utente durante l’acquisto di un prodotto, poiché quest’ultimo difficilmente lo avrebbe acquistato sul web. Naturalmente con l’High Ticket, quando si acquisisce il primo cliente, vi è già un ritorno degli investimenti ma d’altra parte i costi sono molto elevati.  Il Low Ticket fa riferimento ad un prodotto appartenente ad una fascia di prezzo più bassa, solitamente sotto ai 500 euro, presenta costi molto più bassi. È difficile avere un immediato ritorno degli introiti, ed inizialmente si è in perdita.