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NSFW marketing: il caso pornhub

In un mondo in cui si è già visto di tutto, le compagnie stanno cercando di portare i loro sforzi di marketing ad un nuovo livello, realizzando contenuti utili e/o divertenti, interagendo con il pubblico con l’obiettivo di aiutarlo e/o farlo divertire. 

Ora indovinate quale azienda produce contenuti coinvolgenti, a volte educativi e qualche volta anche divertenti, per una media di tempo di visualizzazione di sei minuti ?

Esatto, proprio Pornhub! Il numero di visitatori di questo sito si aggira, giornalmente, intorno a 100 milioni, ovvero più della popolazione di Australia, Polonia e Canada messe assieme e questo OGNI-SINGOLO-GIORNO.
Non si tratta solamente del fatto che le persone guardino i porno, esistono infiniti siti che presentano contenuto simile e sono tutti ugualmente gratuiti, non è nemmeno il migliore nelle classifiche (eh sì, esistono classifiche per i siti porno, lo specifico per tutti coloro che ora faranno finta di non saperlo).
Eppure è il sito con contenuti per adulti più visitato al mondo.

Come fanno? Marketing, è sempre questione di marketing.

Ecco il punto: anche se tutti (o quasi) guardano i porno (che lo ammettano o no), nessuno ne parla perchè è ancora un argomento Tabù, quindi i canali classici sono fuori questione; FB è in grado di bannarti per una foto in cui sembra si possano intravedere dei seni, figuriamoci per del porno!

Non si può nemmeno sfruttare il marketing sui social media: le persone non condivideranno immagini sessuali esplicite, non metteranno il like ad una guida step-by-step su come scegliere il video porno perfetto, né inizieranno discussioni su una pagina FB sull’ultimo video guardato, perché nessuno (o quasi) vuole far sapere ad amici e parenti che lui/lei guarda i porno.

Don Jon docet . ( per chi non lo avesse mai visto, si tratta di un film indipendente del 2013 e no, non è un porno, sorry)

Quindi come ovviare a tutti questi ostacoli ? 

A Pornhub sono riusciti a sviluppare una strategia marketing unica e, evidentemente, molto efficace, lavorando su due fronti: il primo è il tentativo di normalizzare il porno facendo passare il concetto che “tutti lo guardano” e, quindi, “è ok farlo”.

Il secondo punto su cui si sono concentrati è quello di creare contenuti sexy, ma mai NSFW (not safe for work, ovvero contenuti che non vorresti guardare quando non sei in condizioni di assoluta privacy) .

Non ci credete ? Ecco come fanno:

 Account social autentici, divertenti e facilmente riconoscibili

I canali social di Pornhub sono gestiti da Aria, una ragazza vera, arguta e che assolutamente non fa porno.

Il suo account Twitter è pieno di frasi divertenti e di meme, a volte legati al sesso a volte no, e spesso i suoi contenuti sono talmente coinvolgenti da farti immedesimare.

Aria cerca sempre di introdursi nelle discussioni che vanno per la maggiore sui social, evitando, comunque, quegli argomenti che potrebbero scatenare litigi e controversie di modo da mantenere l’atmosfera sui suoi canali serena.

Quel che traspare dai suoi messaggi e condivisioni è che si tratta di una vera e propria ragazza, carina, aperta di mente e divertente e ciò attira le persone sui suoi account, su cui lei cerca di costruire la consapevolezza e la reputazione del marchio Pornhub.

People are able to see me being silly on social media and are less inclined to think of us as strictly an adult entertainment platform. I like giving Pornhub a personality that many people can relate to.

Aria

Mentre Twitter è dedicato alle risate ed agli argomenti leggeri, l’approccio scelto da Aria per Instagram è leggermente più NSFW, essendo una piattaforma visiva, infatti, ha deciso di focalizzarsi su immagini Instagram-friendly di pornostar, oltre alla pubblicazione di immagini sue e di altri utenti (tutti rigorosamente vestiti, sorry) con l’ashtag #phworthy , che non è ancora diventato virale, ma ne ha tutte le potenzialità.

Su YouTube, invece, essendo una piattaforma strettamente “safe-for-work”, Pornhub ha realizzato le serie “Cronache di Aria” e “Pyft” , in cui la ragazza incontra diverse pornostar e le intervista. Entrambe sono il risultato della popolarità degli account sulle altre piattaforme e della curiosità dei followers di saperne di più su Aria e sulle persone con cui lavora.

Ora come ora il canale Twitter di Pornhub conta più di 1.7 milioni di followers, quello su Instagram 8 milioni e quello su Youtube 523mila, senza contare tutti gli utenti che regolarmente li visitano senza osarli seguire ufficialmente!

Campagne marketing di cui non puoi non parlare

Le campagne di Pornhub sono diventate incredibilmente popolari nonostante lo scarso desiderio delle persone di parlare di porno. Sono riusciti a finire su Discover, Vice, il Washington Post…per non parlare delle discussioni sui social e personali, ma come sono riusciti a rendere il porno adatto alla condivisione ?

Con contenuto ridicolo

Un giorno si sono riuniti ed hanno deciso di creare qualcosa di ridicolo, cosa ne è uscito fuori? Il porno nello spazio! Sì, nel caso ve lo foste persi nel 2015 Pornhub ha lanciato una raccolta fondi per realizzare un film porno nello spazio, l’hanno chiamato SEXPLORATION. Semplice, ma va dritto al punto. Sono riusciti a raccogliere 236,086$ sui 3,400,00$ “necessari”, incredibile,vero ? Come potete immaginare i media si sono subito interessati e la consapevolezza del marchio ha subito un notevole incremento. 

Poco importa che nessuno sia stato mandato nello spazio per girare un porno.

Con contenuto “sociale”

Dato che la discussione su quanto il porno sia un bene o un male per la società è sempre aperta, Pornhub ha voluto spostare l’ago della bilancia sul “bene” cercando di entrare e coinvolgere le persone nel sociale.

Un esempio è la più recente campagna del 2019, ovvero “il porno più sudicio di sempre” (in ing. : “Dirtiest Porn Ever”). Nel video una coppia di ragazzi fa sesso in una spiaggia piena di rifiuti mentre un gruppo di uomini, che indossano delle divise di Pornhub, ripulisce il bagnasciuga. Per ogni visualizzazione di questo film Pornhub si impegna a fare una donazione alla Ocean Polymers, una organizzazione no-profit che si pone l’obiettivo di raccogliere e riciclare la plastica dai mari. 

We’re dirty here at Pornhub, but that doesn’t mean our beaches need to be.

Corey Price, vice president of Pornhub.

In precedenza Pornhub aveva lanciato una campagna chiamata “Pornhub Gives America Wood” (lett: Pornhub dona alberi all’America): ogni 100 video visti della categoria “Big Dick” (suppongo non ci sia bisogno di tradurre questo), infatti, Pornhub piantava un albero. Ecco il risultato: 

Prima ancora era stata la volta di una campagna davvero particolare: avrebbero fatto donazioni alle associazioni no-profit Operation Honey Bee e The Center for Honeybee Research per ogni video visualizzato nel loro canale “Beesexual”, in cui è possibile trovare brevi filmati di api che si accoppiano (wtf ??) doppiate da famose pornostar.

Senza contare il fatto che Pornhub dona regolarmente per la salvezza di panda e balene, incoraggiando le persone a fare “porno in stile panda”.

Comunque la natura non è l’unica causa che PH ha deciso di supportare: ad Ottobre si sono schierati a fianco della ricerca contro il cancro al seno, con una donazione per ogni video di una categoria incentrata sul seno visto, il claim è “save the boobs!”(per i not-porn-addicted: “salviamo le tette!”), mentre a Novembre si sono uniti al team di Movember promettendo di raddoppiare ogni dollaro da loro raccolto, fino a 50,000$. 

Il sito ha anche distribuito borse di studio a ragazzi che vogliono seguire un percorso di studi scientifico, alle donne impegnate nella ricerca in ambito STEM (science, technology, engineering, and mathematics) ed ha donato per porre fine ai casi di violenza domestica.

Tutto ciò fa parte di“Pornhub cares”, un programma per rendere il mondo un posto migliore, alzare la reputazione del sito e mantenere viva l’attenzione dei media.

I dati che interessano a tutti

Mentre le persone sono restie a condividere le loro preferenze sessuali, allo stesso tempo possono dirsi interessate nello scoprire quelle altrui, se non altro anche solo per capire se “sono loro quelli strani” o se sono come tutti gli altri.  Ed ecco che Pornhub soddisfa questo desiderio pubblicando periodicamente i dati di visualizzazione del loro sito per svelare quel che le persone guardano, quanto a lungo, dove, quando, ecc … 

Hanno anche pubblicato statistiche riguardanti l’influenza che determinati eventi a livello globale, come disastri naturali, finali di campionato, vacanze, il rilascio di Pokemon Go … , hanno sul pubblico del porno online. 

Tutti questi dati rappresentano qualcosa di interessante e/o divertente di cui parlare e su cui discutere, conversare su questi argomenti non fa necessariamente di te un fruitore dei film porno e, allo stesso tempo, aiuta ad eliminare alcuni dei Tabù ad esso collegati.

Ilarità e marketing

Anche se il tuo sito è incentrato sul sesso e sulla diffusione gratuita di video pieni di donne nude, è l’humor quel che attira di più le persone, per cui gli annunci di Pornhub sono sempre divertenti.

Il marketing degli influencer

Anche il mondo del porno sente il bisogno degli influencer, così Pornhub, a seguito di alcune ricerche, ha notato come molte delle persone che avevano interagito con i suoi canali social erano anche appassionate di rap. Ha, perciò, scelto il rapper Waka Flocka Flame, che ha annunciato una nuova traccia di Floka con un video musicale NSFW realizzato da Pornhub (descritto inizialmente come video porno, la cosa si è poi rivelata un scherzo essendo il primo di Aprile).

Da allora sono comparsi i Pornhub Records, che, per ora, non hanno registrato granché, ma sono comunque stati l’oggetto di dozzine di pubblicazioni da parte dei media, come il giornale Rolling Stone che ha dedicato loro l’articolo “Pornhub Launches Record Label  ” .

Il sito ha poi annunciato il lancio di un contest per la realizzazione di un inno di Pornhub, la giuria include il rapper T-Pain, il principale produttore hip hop  Scott Storch e l’editore musicale Dan Ozzi. Come parte del loro premio i vincitori, Jordan Royale e Mihannah Zhangwill, hanno ricevuto un assegno di 5000$ ciascuno per la realizzazione di un loro video musicale che si sono visti pubblicare su Pornhub con 50000 visualizzazioni garantite.

In conclusione ? Non importa quale sia il tuo prodotto, realizzare una buona strategia di marketing dipende solo da te e dalla tua inventiva.

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Intervista a Jason VandeBoom, fondatore di ActiveCampaign

Parlaci del tuo ruolo in ActiveCampaign e di come sei arrivato qui. Cosa ti ha spinto a lanciare un’azienda di automazione del marketing?

Sono il fondatore e CEO di ActiveCampaign . Ho iniziato a fare consulenza quando ero un adolescente, costruendo siti Web e processi di back-end, quindi sono sempre stato interessato a creare soluzioni per aiutare le aziende a crescere. Mentre ero ancora al college, ho scoperto che stavo costruendo e implementando più volte gli stessi compiti in alcuni dei lavori di consulenza. Fu allora che mi resi conto che avrei potuto impacchettare i flussi di lavoro e fornirli in un software di facile utilizzo che consentiva alle piccole imprese di implementare molti di questi processi. Allo stesso tempo, sapevo che non volevo automatizzare tutto perché ci sono molte interazioni con i clienti che sono meglio sfruttate con la comunicazione umana diretta. Determinare il giusto equilibrio tra tocco umano e automazione è stato qualcosa che ho passato molto tempo a costruire sulla piattaforma. L’idea fondamentale (ma potente) rimane valida oggi mentre continuiamo a far crescere decine di migliaia di PMI.

Qual è la tecnologia principale alla base di ActiveCampaign?

ActiveCampaign è una soluzione SaaS integrata nel cloud ed è focalizzata sulla nostra automazione. Il cuore di ActiveCampaign si concentra sul fornire ai nostri utenti una piattaforma di facile utilizzo in cui possano creare esperienze personalizzate e ottimizzate per i loro clienti. Ciò significa che l’automazione sarà una parte fondamentale della nostra tecnologia, in tutte le nostre funzionalità. Prendiamo ad esempio la possibilità di costruire strutture ramificate nel nostro CRM Deal, con l’automazione, poiché un contatto aumenta il suo “lead score” può automaticamente passare a una nuova fase. Ma con tutto ciò che costruiamo, deve esserci un equilibrio tra automazione e interazione umana, quindi, con questo principio, l’automazione avviserà un rappresentante quando è il momento di interagire con un contatto. In questo modo, stai ottimizzando l’esperienza del cliente con gli esseri umani, non controllandola con l’automazione.

Come si sono evoluti l’analisi di marketing ed i sistemi di automazione della posta elettronica da quando hai iniziato la società?

Quando ho iniziato, l’industria era focalizzata sull’e-mail marketing: il concetto di automazione del marketing non era qualcosa che le aziende conoscevano. È qualcosa su cui ho concentrato i miei sforzi nella creazione di ActiveCampaign quando ho visto l’opportunità di portare l’email marketing al livello successivo. Con l’automazione, i nostri clienti creano una serie di e-mail e percorsi che possono dare a ciascuno dei loro clienti un’esperienza personalizzata. Oggi c’è una miriade di aziende nel panorama martech con tutto, dai dati, all’email marketing e all’automazione. È bello vedere come l’esperienza di automazione che abbiamo sperimentato in ActiveCampaign sia diventata una parte così importante dei team di marketing, sia grandi sia piccoli, e ActiveCampaign continuerà a garantire che le piccole e medie imprese abbiano accesso ai migliori strumenti.

Data la dinamica mutevole delle analisi di marketing e delle opinioni dei clienti, dove pensi che ActiveCampaign si inserisca nello stack tecnologico di un OCM?

Ci consideriamo la colla o il livello di ” orchestrazione” di tutti i vari strumenti che un OCM potrebbe avere la necessità di utilizzare. Non esiste una soluzione unica che vada bene per tutti, ed è particolarmente vero per le piccole imprese. Il problema con le soluzioni all-in-one è che non sono avanzate quando si tratta di capacità specifiche. Di conseguenza, i clienti utilizzano solo una piccola percentuale della piattaforma o finiscono per aggiungere altre soluzioni per ovviare alle loro esigenze. ActiveCampaign è progettato per integrarsi con altre soluzioni in modo da poterci concentrare su ciò che facciamo bene e alla portata dei clienti delle PMI che serviamo.

Parlaci del tuo modello di coinvolgimento dei clienti B2B? Come ti concentri sul targeting comportamentale e sui processi di marketing e vendita basati sull’intelligence in ActiveCampaign?

Il marketing comportamentale e basato sull’intelligence è fondamentale per il nostro DNA in ActiveCampaign; è ciò che incoraggiamo i nostri clienti a fare e crediamo che il marketing intelligente sia come tutto il marketing dovrebbe essere fatto. Un esempio è la nostra versione trial. Utilizzando l’automazione, attiviamo in modo intelligente i diversi processi del team di messaggistica e vendita alle nostre prove in base al loro engagement sul nostro sito, agli attributi della loro azienda e all’attività / inattività durante il periodo di prova. Ciò convoglia le persone in base a dove si trovano lungo il processo, le mantiene coinvolte e ciò le rende più interessate all’adozione dello strumento e ci aiuta ad aumentare i tassi di conversione.

Come vedi le tecnologie di vendita e marketing unificarsi o evolversi insieme per offrire un ROI più elevato ai CMO? In che modo gli esperti di marketing dovrebbero prepararsi a sopravvivere e crescere in questo panorama dinamico?

Va oltre i soli team di vendita e marketing che si unificano / evolvono insieme. Un’organizzazione ha successo solo grazie ai suoi clienti. Ciò significa che tutti i dipartimenti che incidono e influiscono sull’esperienza del cliente durante l’intero ciclo devono avvicinarsi. Gli esperti di marketing sono responsabili di molto più che attirare nuovi clienti. Che ne dici di sviluppare quelli che sono già stati presi ? O di creare sostenitori che possono aiutare a promuovere la piattaforma e aiutare a vendere a nuovi clienti? Mentre i marketer si preparano per questo panorama in continua evoluzione in cui l’esperienza del cliente viene prima di tutto, è fondamentale comprendere l’intero ciclo di vita del cliente e pensare a come comunicare al meglio con esso, che si tratti di tempo, metodo di comunicazione o consegna effettiva del messaggio.

Quali sono i tuoi pensieri sulle crescenti opportunità nel mercato per le società di intelligence e conoscenza dei consumatori?

Maggiore è il numero di dati disponibili, maggiori sono le opportunità per le PMI di poter personalizzare le comunicazioni ai propri clienti. L’importante è assicurarsi che i dati che stanno scoprendo siano buoni. È facile rimanere coinvolti nella falsificazione di dati e nell’intelligenza artificiale, per cui è importante assicurarsi che i dati significhino qualcosa.

Quali start-up / aziende affermate nel settore martech stai seguendo intensamente?

Anche se sono consapevole degli altri e so cosa stanno facendo, non guardiamo a loro per decidere come andare avanti. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri clienti per comprendere le loro esigenze e i punti deboli per continuare a fornire loro qualcosa di valore. È così che siamo riusciti ad avere successo fino ad oggi ed è qualcosa che continuerà a guidarci man mano che cresciamo.

Quali strumenti di automazione delle vendite e del marketing usi in ActiveCampaign?

Il nostro team di vendita utilizza le nostre offerte CRM per gestire i loro percorsi e il nostro team di marketing utilizza la nostra automazione per molte delle nostre e-mail di benvenuto e per l’acquisizione di nuovi clienti.

Quali sono le tue previsioni sulle interruzioni più influenti nel CRM B2B?

Ritorniamo al fatto che tutti i team rivolti ai clienti devono avvicinarsi . Il CRM non è più solo per i team di vendita o marketing. Dovrebbe svolgere un ruolo nell’intero percorso del cliente.

Come ti prepari per le interruzioni post-GDPR?

Il GDPR ha inizialmente creato un po ‘di confusione e incertezza per molti marketer. Mentre ci sono più regole e regolamenti da seguire, ci sono molti modi in cui aiuta effettivamente gli esperti di marketing. Innanzitutto, ci sono alcune linee guida e processi specifici che distingueranno i veri esperti di marketing da quelli incapaci. Il GDPR può anche aiutare a migliorare il tuo marketing: poiché il GDPR richiede che tu commercializzi solo coloro che hanno aderito al tuo marketing, finisci con un elenco più pulito di contatti aperti a ciò che stai inviando; che si spera porti al coinvolgimento di più contatti.

Continueranno ad esserci cambiamenti, quindi è importante rimanere al passo con questi regolamenti. Rimanendo fedele al marketing in un modo che avvantaggi i tuoi contatti e offrendo esperienze che i tuoi contatti desiderano e si aspettano, sarai più avanti di molti.

Potresti parlarci di una straordinaria campagna digitale / storia di successo dei clienti su ActiveCampaign?

Uno dei nostri clienti sono i voli economici di Scott. Scott ha sviluppato la sua attività completamente tramite e-mail. Ogni volta che una compagnia aerea abbassa il suo prezzo o commette un errore, Scott invierà un’e-mail alla sua lista. Non appena la gente ha iniziato a risparmiare, ha cominciato anche a parlare di come aveva ottenuto un volo economico e così le liste di Scott sono pian piano aumentate. Oggi ha oltre un milione di abbonati e può continuare a prosperare usando le automazioni. Costruire e segmentare elenchi basati sulla geografia significa che i clienti di Los Angeles non ricevono e-mail per voli economici da New York. Significa anche che può addebitare un costo a coloro che non vogliono pubblicità, tutto segmentando ciascun abbonato.

Da quando ha adottato ActiveCampaign, I Voli Economici di Scott ha ampliato la sua lista di abbonati del 1000% e continua a coinvolgerne, con una percentuale di clic del 40%.

In termini di nostri clienti target, ci concentriamo sulle piccole e medie imprese. Mentre altri nel nostro campo affermano di concentrarsi sulle PMI, ma le hanno solo utilizzate per raggiungere le aziende. La nostra soluzione e i prezzi sono impostati in modo tale che le PMI possano ottenere valore dalla piattaforma ActiveCampaign, in modo simile ai voli economici di Scott. E il successo è tutto relativo per i nostri clienti. Dipende dai loro obiettivi: è quello di far crescere le loro liste? È per coinvolgere meglio i loro contatti? Aumentare le entrate? Ci sono molti fattori che i nostri clienti considerano un successo e per noi si tratta di aiutarli a crescere per raggiungere i loro obiettivi.

Come ti prepari per un mondo incentrato sull’intelligenza artificiale come leader aziendale?

I dati sono fondamentali per tutti gli imprenditori e gli esperti di marketing. Come azienda leader, è importante non cadere nelle montature e riconoscere se si stanno acquisendo approfondimenti che effettivamente significhino qualcosa.

In che modo ispiri il tuo personale a lavorare con la tecnologia?

Aiuto il nostro team a comprendere in che modo il nostro lavoro influisca direttamente sui nostri clienti, il valore che fornisce loro e la differenza che facciamo nell’aiutarli a far crescere le loro attività.

Una parola che meglio descrive come lavori.

Persistenza.

Di quali app / software / strumenti non puoi fare a meno?

Sono una persona piuttosto semplice. Il mio MacBook e Gmail sono i quelli fondamentali.

Qual è la shortcut correlata al lavoro o il trucco di produttività più intelligente?

Uso un approccio multilivello alla definizione delle priorità e alla gestione delle attività. Le attività quotidiane sono programmate nella posta  in arrivo e do la priorità oltre un giorno con Wunderlist. Gli strumenti non contano tanto quanto il processo di prioritizzazione e la suddivisione delle attività in elementi gestibili.

Cosa stai leggendo?

Mentre in genere leggo (o ascolto) diversi libri a settimana, passo più tempo a ricavare informazioni da blog, notizie e approfondimenti sulla concorrenza, dati di mercato, ecc.

Qual è il miglior consiglio che tu abbia mai ricevuto?

Non aver paura del successo. Ho avuto molte volte in cui il dubbio di ciò che potrebbe accadere, che cosa avrebbe avuto importanza dopo, ecc., Sono tutte guidate dall’idea di qualcosa che funzioni davvero. Ciò impedisce e ritarda l’azione effettiva che può o non può funzionare. Rimuovendo quella barriera di pensiero e non avere “paura” del successo, si può fare di più con meno stress.

Qualcosa che fai meglio di altri: il segreto del tuo successo?

Trovare il giusto equilibrio tra automazione e tocco umano. Non si tratta di automatizzare tutto, si tratta di automatizzare le attività giuste in modo che gli esseri umani possano connettersi con i clienti per ottimizzare la loro esperienza.

A proposito di Jason

Jason VandeBoom è il fondatore e CEO di ActiveCampaign, una piattaforma di marketing che ti aiuta a sfruttare al meglio ogni punto di contatto e migliorare continuamente l’esperienza dei tuoi clienti, attraverso la giusta miscela di interazione umana e automazione. Jason ha fondato l’azienda nel 2003 con la convinzione principale che tutte le aziende abbiano bisogno e meritani soluzioni efficaci per connettersi con i clienti. Il suo obiettivo è quello di aiutare gli utenti di ActiveCampaign a rendersi conto che soluzioni di marketing sofisticate sono a portata di mano e di aiutarli a diventare più efficienti.

Informazioni su ActiveCampaign

ActiveCampaign
logo della compagnia

ActiveCampaign aiuta le aziende in crescita a connettersi e interagire in modo significativo con i propri clienti. Con la nostra piattaforma SaaS, aiutiamo le aziende ad andare oltre l’automazione del marketing per ottimizzare le esperienze dei loro clienti.

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Stereotipi: fare Network Marketing e Digital Marketing con la giusta motivazione

Introduzione

Il mondo del web offre diverse possibilità di crescita professionale e lavorativa, mediante lo sviluppo e la rivisitazione di business ed attività imprenditoriali, infatti si sono sviluppati due rami, il Network Marketing ed il Digital Marketing, che solitamente vengono considerati come nuovi, ma che, in realtà, non sono altro che un’evoluzione di quel che già esisteva.

Trattandosi di un campo dalle infinite possibilità, oggi sono molte le persone che aspirano a diventare imprenditori digitali, ma anche avendo tutta l’ambizione possibile, non sempre le motivazioni sono quelle giuste!

Quello che manca a queste persone è proprio quell’impulso in più, l’amore, la passione ed il desiderio di migliorarsi in un ambito come quello dell’imprenditoria digitale.

Network Marketing e Digital Marketing: gli stereotipi

Che cos’è il Digital Marketing? E’ quell’insieme di attività finalizzate all’utilizzo di Internet per sviluppare la propria idea imprenditoriale, come creare una rete commerciale, effettuare un’analisi dei trend di mercato prevenendone l’andamento e creare offerte per un determinato target.

Il Network Marketing, per come lo si percepisce in generale, è, invece, un sistema di vendita diretta, che si avvale dell’avvento di internet per la promozione di un determinato prodotto.

Si parla di “network” proprio perché il venditore ha a propria disposizione una rete di clienti molto ampia, a cui dovrà cercare di promuovere al meglio i propri prodotti per incrementare le vendite.

È un sistema che è sempre esistito: prima infatti si faceva network mediante la vendita porta a porta ed il passaparola, mentre oggi lo sviluppo del web ha fatto sì che questa attività subisse una notevole evoluzione.

Il networker, inoltre, deve avere la capacità di individuare altri venditori capaci da inserire nel proprio team, in quanto su di essi guadagnerà una piccola percentuale.

Cosa tenere a mente

La cosa importante, quando si svolge un lavoro di questo tipo, è essere chiari e non esagerare nel volere aumentare il numero di persone del proprio team.

Nella maggior parte dei casi, infatti, non si dà molto credito a chi fa questo lavoro poiché, oltre a non essere chiari sull’attività da svolgere, è palese che l’obiettivo più importante sia affiliare quante più persone possibile, in modo da aumentare i guadagni.

Naturalmente si ritorna al discorso della “passione per questo lavoro”, grande assente nella maggior parte dei casi, vinta dalla voglia di ottenere alti guadagni.

La maggior parte di questi networker, inoltre, commette il grande errore di seguire le mode, tende, quindi, a cambiare il prodotto a seconda delle richieste del mercato, il che rende la loro proposta piatta e priva di attrattiva.

Ci sono naturalmente aziende ed aziende, alcune perseguono determinati valori, mentre altre non sanno nemmeno cosa siano; ci sono persone e persone, networker e networker.
Non bisogna fare quindi di tutta l’erba un fascio, ma saper riconoscere chi fa bene il proprio lavoro ponendo l’attenzione su dettagli che ad altri possono sembrare ininfluenti, ma che, in realtà, fanno la differenza.

Network marketing e Digital Marketing: come funzionano realmente

Il Network Marketing ed il Digital Marketing sono attività ancora fortemente basate sul passaparola, per cui, esattamente come succede in tutti gli altri campi, quando ti rivolgi ad un professionista e rimani soddisfatto delle sue prestazioni, lo consigli a chi ti chiede un parere su un esperto.

Occorre, quindi, connettersi con le persone senza sottovalutare mai nessuna relazione, in quanto il network marketing non può esistere senza di esse.

Queste particolari attività imprenditoriale, quindi, hanno bisogno di uno spirito imprenditoriale vero e proprio, ma necessitano anche di amore, dedizione e un vero e proprio interesse per la risoluzione dei problemi altrui.

Avere le giuste motivazioni

Che cosa significa ? Che lo stipendio mensile non deve essere la priorità di chi si appresta ad intraprendere un’attività di questo genere.

Sicuramente è giusto avere delle alte ambizioni, in quanto avere obiettivi specifici aiuta ad aumentare la motivazione. La leva principale che spinge a svolgere questo lavoro, però, deve essere necessariamente la passione. Quest’ultima, infatti, è un dettaglio fondamentale, in quanto è quel che ti rende credibile agli occhi di chi ti segue.

Naturalmente non esiste alcuna passione in grado di farsi strada, senza che vi sia dietro una forte domanda di mercato.

Network Marketing, Digital Marketing ed etica

Oggi si hanno a disposizione gli strumenti più idonei per far sì che il pubblico di riferimento sia informato nella maniera più corretta possibile. D’altro canto, però, siamo invasi dalle informazioni che, grazie al web, ci piovono addosso ogni giorno senza alcun controllo.

Occorre essere, in questo senso, degli esperti nel sapere come riconoscere le informazioni valide, escludendo di consegueza quelle notizie che fuorviano il lettore su quanto riguarda la metodologia, l’etica e così via dicendo.

I valori etici, infatti, sono alla base dello svolgimento di un lavoro come quello del Network Marketing e del Digital Marketing. Non si può trasmettere l’idea, ad esempio, che pur di vendere si debba essere disposti ad offrire prodotti scadenti oppure non funzionanti.

In tal modo, forse, si dà spazio all’idea che il mercato italiano, sotto quel punto di vista, presenti dei punti di debolezza, sta a noi renderli punti di forza.

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Le 3 tipologie di SUCCESS FEE con cui puoi farti pagare

Cosa sono le success fee

Oggi parleremo di un argomento poco chiaro nel mondo del marketing e delle vendite: le success fee.

Di che si tratta?

Nel settore finanziario viene definita tale una commissione pagata al completamento di una transazione, che solitamente assume il valore di una percentuale dell’operazione.

In pochi capiscono in realtà come funzionano le success fees, infatti molto spesso questo incentivo diventa, più che profittevole, controproducente.

I possibili vantaggi delle success fee

Esistono diversi possibili vantaggi nell’utilizzare le success fee per un affare o una transazione:

  • un allineamento di interessi tra cliente e consulente;
  • potenziali risparmi, in quanto non sono previste spese in caso di insuccesso della transazione;
  • incentivo nei confronti del consulente nel cercare di ottenere il miglior risultato possibile, di modo da aumentare la percentuale a lui dovuta;
  • una struttura semplice e di facile comprensione.

I possibili svantaggi delle success fee

Come in ogni aspetto riguardante il mondo degli affari, esistono dei compromessi da dover considerare nel caso si dovesse decidere di sfruttare le success fee nel proprio business.

Ad esempio, nel caso vi fossero scarse possibilità di successo, il consulente potrebbe fare pochi sforzi per completare la transazione, non allettato dalle basse percentuali che gli verrebbero garantite.

Nel caso, invece, fosse prevista una commissione forfettaria, ovvero una somma fissa a prescindere dal valore dell’operazione, il consulente potrebbe sentirsi incentivato a concludere l’affare rapidamente, anziché dedicargli il tempo necessario per ottenere un’offerta migliore.

Dal punto di vista del commissionante, invece, un possibile svantaggio potrebbe essere il maggior costo di una success fee in confronto ad una commissione di lavoro o fissa.

Inoltre, dato che il consulente è esposto al rischio di non ottenere nessun guadagno, nonostante i propri sforzi, nel caso non fosse in grado di raggiungere un accordo.

Spesso le collaborazioni con commissioni contingenti prevedono che il consulente riceva un compenso nominale per il tempo e l’impegno che ha dedicato all’attività, anche se, alla fine, non riesce a stabilire un accordo.

La percentuale sulle vendite

Possiamo suddividere le success fee in tre diverse possibili situazioni:

La prima, il caso più comune, riguarda un cliente che già conosce le mie capacità e mi propone una collaborazione in cui mi riconosce una percentuale sulle vendite, senza, però, presentarmi alcuna strategia di base da cui partire.

Quando  mi vengono fatte proposte del genere solitamente rispondo di sì, ma solo a patto d’essere ricompensato con il 50% dei titoli aziendali, difficile che i clienti accettino.

Perché avanzo una proposta tanto coraggiosa?

La questione è questa:

se mi si presenta un collaboratore senza una strategia, con un prodotto nuovo, senza un sito internet, senza che abbia svolto un’analisi di mercato, senza un piano di comunicazione, quindi in sostanza senza aver fatto nulla, e mi viene a chiedere di vendere il suo prodotto per guadagnare a provvigione sulle vendite, è chiaro che si tratta di un progetto su cui dovrei investire una generosa quantità di tempo ed energie.

Di conseguenza ad una richiesta tanto onerosa va data una risposta di pari valore, di qui la domanda del 50% dell’azienda, anche perché, dovendomi occupare da solo di costruire una strategia solida, una presenza online valida e, poi, impegnarmi nelle vendite, il compenso non potrebbe essere dato da una semplice percentuale sulle vendite.

Questa richiesta, chiaramente provocatoria, serve per far capire al cliente che, prima di avanzare una proposta di questo tipo, dovrebbe fare investimenti nel processo commerciale, strutturando la sua azienda e la sua strategia di marketing.

In questo caso potrei valutare la possibilità di lavorare a success fee, in quanto risulterei essere solo una piccola parte dell’attività commerciale del cliente e non mi ritroverei tra le mani l’intero processo commerciale da strutturare.

Una strategia commerciale ed un incentivo

Il secondo caso è quello di un’azienda che ha una strategia commerciale e dà un incentivo sulla vendita;

In questo modo la questione diventa interessante, a patto che l’incentivo abbia un senso:

se è basso, infatti, anche se viene presentata la strategia di vendita più interessante del mondo, non sei sufficientemente spronato ad impegnarti nelle vendite ed i tuoi risultati molto probabilmente saranno a malapena sufficienti.

Un giusto compenso agli sforzi del venditore, è il modo migliore per ottenere esiti migliori.

Questo perché non lavorerà solo per arrivare alla fine del mese, ma per ottenere quel margine in più che gli permetterà di godersi anche la vita e questo lo spronerà a dare il massimo.

Fisso e incentivo di vendita

Il terzo ed ultimo caso consiste in aziende che riconoscono una percentuale fissa oltre alla retribuzione sull’incentivo di vendita.

Solitamente queste società, che non possiedono una strategia commerciale o comunicativa valida, propongono al professionista una retribuzione fissa in aggiunta alla provvigione sulle vendite.

A patto che venga loro dato un aiuto nella strutturazione di una strategia di vendita efficace.

Quando ti mettono i bastoni fra le ruote

Una volta stabilita la tipologia di azienda che ci si trova davanti, il professionista può decidere di accettare il lavoro anche se si tratta di pianificare e realizzare una strategia di vendita completa e funzionale.

Nel caso in cui, però, dovesse trovarsi dei paletti posti dalla società sulle possibili soluzioni che ritiene idonee e necessarie per implementare la strategia commerciale, la collaborazione potrebbe arrivare ad un punto morto.

Per questo motivo l’ultimo possibile caso solitamente viene accettato dal professionista qualora gli venisse garantita la possibilità di gestire il team aziendale che lo affiancherebbe.

Di modo da eliminare le possibili figure che si troverebbero a creargli ostacoli anziché aiutarlo a svolgere il lavoro.

Una totale libertà è un aspetto fondamentale in una collaborazione a success fee.

La pionieristica e l’onestà

Alle volte le richieste di collaborazione a success fee presentano situazioni in cui il fattore pionieristico è dominante.

Cosa significa?

Che se il cliente mi chiede di lanciare la sua pagina Facebook, essendo una cosa che ho già fatto svariate volte, molto probabilmente farò una richiesta di retribuzione sulla base dei risultati già ottenuti per altri clienti.

Quando, invece, i lavori richiesti sono nuovi e sconosciuti, in quanto mi ritengo un un professionista onesto, non chiedo soldi, perché sto utilizzando il cliente come “cavia”.

Un buon modo per creare sinergia, infatti, è quello di dire al cliente, in maniera completamente onesta, di non avere esperienza in quel campo e gli si può quindi proporre di lavorare a success fee.

Conclusioni

Per le aziende:

Bisogna sempre calcolare la convenienza per il professionista:

se la tua azienda non possiede una strategia commerciale il compenso deve essere adeguato, altrimenti la collaborazione sarebbe infruttuosa per entrambi.

Questo perché, se il professionista non fosse adeguatamente ricompensato,  non sarebbe spronato a dare il meglio.

Per cui cercate sempre di mettervi nei panni dei consulenti o di chi vi segue, in modo da riuscire a creare delle condizioni lavorative fantastiche e dei rapporti WIN/WIN.

Per i professionisti:

fate attenzione ad accettare compensi a success fee, senza un fisso la dove l’azienda non ha alcuna strategia commerciale o di marketing.

Più il vostro rischio aumenta più dovete avere controllo su tutti i punti di contatto nei confronti del cliente:- acquisizione, cusotmer journey, trattativa, ecc..